Under 21, Belotti: «Europeo difficile, l'affronteremo con lo spirito giusto»

L'attaccante del Palermo ricorda anche i suoi idoli calcistici e racconta la storia del suo soprannome "Il Gallo"
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ROMA - Andrea Belotti, uno dei giocatori più importanti del 2014 nell'Under 21 di Gigi Di Biagio, si è raccontato in esclusiva a Vivo Azzurro. «Gli highlights di questi dodici mesi - ha dichiarato il giovane attaccante - sono la vittoria con la Serbia a Pescara perché era la gara più importante del girone. Anche per come è andata la partita: eravamo sotto 2-0 e poi abbiamo rimontato, mettendoci forza e cuore, fino al 3-2. Poi il passaggio del turno con la Slovacchia al playoff, dato che dopo la prima partita molti ci davano per spacciati. A livello personale, i gol con la Serbia e, nello stesso tempo, le reti nelle due gare con la Slovacchia».

SORTEGGIO - All'Europeo l'Under 21 dovrà vedersela con Inghilterra, Portogallo e Svezia. «Sulla carta - ha proseguito il "Gallo", soprannominato così per la caratteristica esultanza - sembra un girone difficile, ma lo sarebbe stato sempre e comunque. Con qualsiasi delle otto squadre avremmo vita dura, essendo tutte avversarie di qualità. Anche la Repubblica Ceca, sulla carta la più abbordabile, giocando in casa con il supporto del pubblico, sarebbe stata temibile da avere nel gruppo. Le squadre giunte alla fase finale sono le più forti. Quanto a noi, siamo reduci da una grande crescita di gruppo. Ora che ci siamo conosciuti meglio, sia dal punto di vista calcistico che da quello umano, affronteremo le partite con lo spirito giusto».

IDOLI CALCISTICI - Il talento del Palermo ricorda anche i suoi riferimenti calcistici: «Sicuramente Toni, che ha appena raggiunto l'obiettivo dei 300 goal in carriera, ma anche Totti e Del Piero. Il mio vero idolo era però Shevchenko, un campione dentro e fuori dal campo».

SOPRANNOME "IL GALLO" - «E' un nome che mi piace - ha concluso il 21enne di Calcinate - e me lo tengo stretto. Mia zia diceva che da piccolo mi fermavo ore a guardare i galli della sua azienda agricola. Poi qualche tempo fa, un mio amico che di cognome fa Gallo, mi invitò ad esultare con la mano a mò di cresta: da allora non ho più abbandonato questa esultanza».

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