Benevento, Marotta: «Lo scorpione ispirato da Ibra»

Il suo spettacolare gol al Messina impazza sul web: ora l'attaccante del Benevento svela il suo segreto. E si racconta: «Il mio gol uno spot per la Lega Pro. Il mio Benevento è da B, ma dico che le favorite sono Foggia e Lecce»
Ettore Intorcia
5 min

Minuto numero 22 della ripresa, Alessandro Marotta guarda Berardi negli occhi e fiuta il pallone con l’istinto del bomber: colpisce di tacco, con la mossa dello scorpione, un po’ Higuita e un po’ Ibra. E’ il 5-0 del Benevento a Messina e il video del gol diventa subito virale sul web.

Marotta, ma come le è venuto in mente di tentare il colpo dello scorpione?

«Volevo la palla in avanti, tagliavo sul primo palo, ma Ciciretti me l’ha passata troppo indietro: ero sbilanciato, potevo prenderla solo di tacco. Un colpo d’istinto, doveva andare tutto alla perfezione. A Ciciretti ho detto: hai visto cosa m’hai fatto inventare?».

E’ il suo gol più bello?

«Certo, e pure in carriera ho avuto la fortuna di segnare parecchi gol belli. E’ di sicuro quello che ha fatto più rumore».

Quello più importante, per ora, resta...

«Nella finale play off che portò il Gubbio per la prima volta in C1, contro il San Marino. Feci un cucchiaio su rigore: è anche quello su Youtube...».

Sorpreso da tanto clamore?

«No, l’ho capito subito che il gol avrebbe fatto il giro dei social. E’ il bello del nostro torneo, finalmente la Lega Pro è più pubblicizzata. E il mio telefono è impazzito».

La chiamata che ha apprezzato di più?

«Si sono fatti sentire tanti amici incontrati in questi anni, tutti a dirmi: ma cosa hai combinato? Però l’emozione è stata sentire mio padre felice per aver visto il mio gol in tv, anche su “Striscia”».

Tante squadre, tanti gol. Rimpianti?

«Dal vivaio del Napoli a oggi, sono arrivato a 16 maglie e ho appena 29 anni... Per la prima volta resto più di due anni nella stessa squadra, e sono felice che sia accaduto a Benevento, dove vivo con mia moglie e i nostri tre figli. Forse l’unico rimpianto è non aver dimostrato tutto il mio valore quando sono stato a Bari: avessi avuto la testa che ho oggi... E’ stata la mia unica squadra in B, speriamo che la prossima sia...».

I suoi modelli?

«Ho pudore a fare certi nomi: se somigliassi a loro in qualcosa, sarei da un’altra parte. Da napoletano, dei Quartieri spagnoli, dico ovviamente Maradona. E poi amo Ibrahimovic, certi gol di tacco li fa soltanto lui: bisogna essere coordinati ed elastici. Diciamo che mi ha ispirato: quel gesto deve essermi rimasto dentro».

Il suo gol è uno spot per la Lega Pro. Che campionato ci sta offrendo il girone C?

«Un torneo molto più competitivo: l’anno scorso fu monotono, noi e la Salernitana; oggi ci sono parecchie squadre che lottano per la B. Oltre al Benevento, ci sono Foggia e Lecce, la sorpresa Casertana, il Cosenza».

E tanti tifosi.

«Vero: ci sono piazze che fanno migliaia di tifosi, roba che in B non si vede. A Benevento abbiamo tanti spettatori, a Foggia ci sono 15.000 persone, a Lecce 10.000. Ovunque c’è il calore della gente che ama la squadra della propria città».

Club di A e B possono ancora pescare in Lega Pro?

«Ci sono storie a sé, di chi è partito dalla C ed è arrivato in Nazionale. Ma di sicuro qui da noi ci sono tanti giovani forti, che non hanno avuto modo di emergere prima: molti sono almeno da B. Del resto, tolte le big che giocano per la A, tra noi e molte squadre del torneo cadetto non c’è grande differenza, e questo per merito nostro».

Faccia un nome, allora.

«Dico Ciciretti, il mio uomo assist. E’ cresciuto nella Roma e finalmente sta dimostrando il suo valore, ha raggiunto la maturità ed è già a 6 gol».

Andiamo sulle squadre.

«Il mio Benevento è molto forte. Abbiamo avuto delle difficoltà, tanti infortuni che non ci hanno permesso di lavorare al meglio all’inizio. Però abbiamo capito il lavoro di Auteri e siamo competitivi: possiamo fare qualcosa di importante, ma non lo diciamo...».

Le favorite per la B?

«Dico Foggia, perché mi piace molto come gioca e il progetto che porta avanti da due anni, e il Lecce, che è una piazza che non può stare in Lega Pro e ha investito tanto, e che è in crescendo dopo il cambio di allenatore. Almeno spostiamo la pressione sulle altre...».

@ettoreintorcia


© RIPRODUZIONE RISERVATA