Luigi De Laurentiis: «Napoli-Bari in A sogno per il 2022»

Il nuovo presidente ci svela tutti i suoi progetti: «Sarà un grande film, l’esempio è Rocky Balboa: partire dal basso per tornare subito protagonisti»
Luigi De Laurentiis: «Napoli-Bari in A sogno per il 2022»© LAPRESSE
Alfredo Pedullà
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È talmente coinvolto che, mediamente ogni cinque parole, dice “Bari”. Come se fosse un promemoria o un passaparola: qualcosa che gli interessa davvero e che memorizza a prescindere. Luigi De Laurentiis si è già immedesimato nel nuovo ruolo, presidente con licenza di scalare (le categorie). «Ma non dimentichi, tutto nasce da un’idea di mio padre Aurelio. Geniale, secondo me. Perché ha visto quanto aveva individuato quattordici anni fa, quando rilevò il Napoli».

C’è un punto in comune?
«Capisco poco di calcio, esattamente come papà all’alba del nuovo progetto. In linea di massima ero, e non sarò più, quello degli Europei e dei Mondiali».

In che senso?
«Per me il calcio era sintetizzato dagli eventi imperdibili, quando devi esserci per il tuo senso di appartenenza. Quando il tuo spirito prevale sul capirne o non capirne di quella materia. La fase finale degli Europei e quella dei Mondiali, appunto. Il gusto di partecipare, la curiosità di capire come sarebbe finita, il piacere di stare con gli amici. Una fetta d’estate dedicata a quegli eventi, stop».

Pochino.
«Me ne rendo conto, ma le mie giornate sono sempre piene, pienissime. E non ho un minuto per respirare».

Ora cambia tutto.
«Inevitabile, è un piacere. Vivo Bari, la mia settimana tipo è molto intensa».

In sintesi?
«Da martedì a venerdì sera sono un cittadino pugliese. Poi torno a Roma, dove ho famiglia e gli altri interessi, e rientro a Bari soltanto se giochiamo in casa. Ne ho saltata soltanto una al San Nicola. Fin qui nessuna trasferta, ma mi tratto bene con Dazn, sono aggiornato e informato. Rigorosamente in full hd».

La squadra va benone.
«Abbiamo lavorato con passione sul mercato, il giusto mix. Siamo stati chiari e non poteva essere diversamente: la serie B in tre anni, quindi vincere un campionato per volta, in modo da ripristinare un minimo di normalità per una città come Bari. E’ il punto numero uno di tre passaggi che riteniamo fondamentali. E non si poteva che partire dagli aspetti sportivi: vincere ci allena a vincere, non abbiamo altre strade. Pur rispettando chiunque e sapendo che non sarà una passeggiata. Ma è stato così anche per il Napoli di papà. Io ricordo».

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