Mondiale per club, un triplo Luis Suarez stende il Guangzhou

Assenti Neymar e Messi, bloccato da una colica renale dell'ultimo minuto, ci pensa il Pistolero uruguaiano a trascinare i blaugrana alla finalissima con il River
Mondiale per Club, Suarez scatenato: tripletta al Guangzhou e finale Barcellona-River
Andrea De Pauli
4 min

YOKOHAMA (GIAPPONE) - Missione compiuta per il Barcellona, che orfano di due dei tre elementi che costituiscono il supertridente a disposizione di Luis Enrique, fanno tesoro dell’istinto da killer del reduce Luis Suarez per abbattere la muraglia cinese edificata dal Guangzohu Evergrande di Luiz Felipe Scolari. Domenica mattina l’attesa finalissima con il River Plate.

COLPO DI SCENA - Non può iniziare peggio l’assalto al possibile terzo Mondiale per Club per il Barça, che a poche ore dall’esordio nella competizione perde Messi, vittima di una dolorosissima colica renale che lo costringe in albergo, a cercare di recuperare in vista della finale di domenica mattina. Un bel problema per Luis Enrique, che non può contare neppure sul convalescente Neymar, che comunque riappare perlomeno in panchina. I blaugrana, così, si presentano con i nove reduci della squadra tipo, con le due superstelle sostituite in qualche modo dal poliedrico Sergi Roberto e dall’ancora inaffidabile Munir. Scolari risponde con l’undici previsto, ad eccezione dell’ex Milan Robinho, che si accomoda desolatamente tra le riserve a favore di Zheng Long. Assetto pragmatico, con tutte le velleità offensive affidate al centravanti Elkeson e al talento cristallino della mezzapunta Ricardo Goulart.

MURAGLIA ABBATTUTA - Inizio faticoso per i blaugrana, che orfani delle genialate e dei cambi di passo della Pulce e del Mohicano, devono attendere la metà della prima frazione per riuscire finalmente a pungere con Munir, che lanciato vertiginosamente da Iniesta, si vede chiudere alla disperata da Li Shuai. L’intera manovra dei catalani passa attraverso l’estro di Don Andres, mentre qualche metro più indietro, tocca a Mascherano tamponare i rari tentativi di ripartenza dei campioni d’Asia. Dopo un nuovo tentativo del volenteroso Munir, su centro dell’onnipresente Iniesta, la partita ha un brusco stop, colpa di un pauroso infortunio sofferto da Zou Zheng, che esce con un piede completamente girato da uno scontro fortuito con Dani Alves. Infortunio serio.

Cinque minuti perché tutti gli uomini in campo si riprendano dallo choc, e il Barça si porta avanti, grazie a un guizzo rapace di Luis Suarez, che si getta su una difettosa respinta dell’estremo difensore cinese, tradito da una botta dalla lunga distanza carica d’effetto di Rakitic. A mantenere il vantaggio, ci pensa poi Claudio Bravo, che evita l’immediato pari con un miracoloso intervento su una angolata capocciata di Elkeson.

COME PELÉ - Cinque minuti della ripresa, e il Pistolero uruguaiano si ripete, assistito dall’illuminato Iniesta che lo serve in verticale nel cuore dell’area. Controllo di petto e volée e la partita ormai è indirizzata chiaramente verso il successo blaugrana. Ormai non c’è più partita e l’ex Liverpool si toglie lo sfizio di completare l’hat-trick dal dischetto, a seguito di uno scontro in area tra Huang Bowen e Munir. Prima di Luis Suarez, 22 reti nelle 23 apparizioni stagionali, solo all’inarrivabile Pelé, nel corso di un match tra Santos e Benfica, era riuscita la tripletta nella vecchia Intercontinentale. Chiuso ogni discorso, Luis Enrique decide di gestire, dando respiro a Jordi Alba e Sergi Roberto, reduci da qualche acciacco, e al divino Don Andres, che si gode gli applausi ammirati del Nissan Stadium. Di qui in avanti si può pensare al River.

@andydepauli

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