Argentina-Germania finale del Mondiale

Allo stadio 'Arena Do Sao Paulo' la selezione di Sabella batte l'Olanda solo ai calci di rigori dopo lo 0-0 dei tempi supplementari. Decisive le parate di Romero sui tiri di Vlaar e Sneijder. All'ultimo atto al Maracanà ci saranno i tedeschi per una sfida che sarà il remake della finale del 1990
Tommaso Maggi
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SAN PAOLO - L'Argentina vola in finale. L'Olanda saluta il Mondiale. Allo stadio 'Arena Do Sao Paulo' finisce 4-2 ai rigori per la selezione di Sabella dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari. Decisive le parate di Romero sui tiri dal dischetto di Vlaar e Sneijder che spediscono l'Albiceleste dritta al Maracanà, in finale con la Germania: una sfida che sarà il 'remake' di quella del 1990 vinta dai tedeschi a Roma. La vittoria argentina arriva dopo una sfida bloccata, caratterizzata da prudenza e tatticismo con le due squadre che sembrano nascondersi e attendere quasi fatalmente i tempi supplementari. Nei 30 minuti di 'overtime' paura e stanchezza dominano e il match scorre veloce ai calci di rigori. Gli argentini sono dei cecchini. Vlaar e Sneijder no. L'Albiceleste vola in finale. Ad attenderla al Maracanà ci sarà la Germania. La stessa Nazionale che nell'ultimo atto del Mondiale italiano del 1990 infranse il sogno di Maradona e compagni. 24 anni dopo ecco servita la rivincita.

C'E' DE JONG - Nelle formazioni scelte dai due ct spiccano i tridenti d'attacco dall'alto tasso tecnico e dalla classe cristallina: l'Albiceleste schiera il trio Messi-Higuain-Lavezzi, gli 'Orange' rispondono con Sneijder-Van Persie-Robben. Pesante l'assenza nell'Argentina dell'infortunato Di Maria. Al suo posto c'è Perez. A centrocampo Van Gaal recupera De Jong e conferma il fedelissimo Kuyt sulla corsia di destra. Tra i pali c'è sempre Cillessen con l'eroe del match con la Costa Rica Krul in panchina.

DI STEFANO - Prima dell'inizio del match viene osservato un minuto di silenzio in memoria di Alfredo Di Stefano, la 'Saeta Rubia' del Real Madrid che collezionò 6 presenze con l'Albiceleste prima di prendere la cittadinanza spagnola.

PRUDENZA - Sin dai primi minuti del match le due squadre non prendono rischi e in campo domina la prudenza. La prima fiammata arriva al 12' con un tiro di Sneijder dalla trequarti che finisce al lato. L'Argentina risponde dopo pochi minuti con una punizione di Messi bloccata senza difficoltà da Cillessen. Il match, però, non sale di ritmo. La difesa argentina è compatta e non lascia spazi alla manovra offensiva olandese. Nell'Albiceleste Messi galleggia tra attacco e centrocampo alla ricerca della giusta posizione ma la marcatura asfissiante di De Jong offusca il genio della 'Pulce'. L'Argentina trova grandi difficoltà nella costruzione della manovra anche perché il 3-5-2 dell'Olanda si avvicina più ad un 5-3-2 con un blocco di 8 giocatori dietro la linea della palla. Le emozioni latitano e la partita non subisce ulteriori scossoni fino alla fine della prima frazione di gioco.

BLOCCATI - Nella ripresa Van Gaal opta per un cambio: fuori l'ammonito Indi, dentro Janmaat. Il modulo non cambia con Blind che arretra sul centro sinistra della difesa a tre. Com'era succeso nel primo tempo le due squadre sembrano nascondersi continuando a non farsi male e preferendo una prudente ma noisosa circolazione della palla. Niente a che vedere con il circo del gol del 7-1 della Germania sul Brasile: la semifinale di San Paolo sembra una vera e propria partita a scacchi, il trionfo di un tatticismo esasperato ed attendista. Il risultato è un match chiuso, bloccato che non riesce nemmeno ad essere ravvivato dagli spunti offensivi di Messi e Robben. A dieci minuti dalla fine Sabella prova a dare una scossa al match inserendo Palacio e Aguero al posto di Perez e Higuain. Il doppio cambio del ct argentino non dà i suoi frutti, l'Argentina rischia anche la beffa finale con un tiro di Robben deviato all'ultimo da un intervento provvidenziale di Mascherano che salva l'Albiceleste e di fatto porta il match ai supplementari.

SUPPLEMENTARI - Pochi minuti doopo l'inizio dei tempi supplementari Van Gaal si gioca l'ultimo cambio inserendo Huntelaar al posto di un Van Persie in ombra. Dopo pochi minuti ci prova Robben con un tiro da fuori bloccato senza problemi da Romero. Anche Sabella si gioca l'ultima carta: dentro Maxi Rodriguez, fuori Lavezzi. l cambi non ravvivano il match. Al tatticismo attendista si aggiunge la stanchezza nelle gambe e nelle idee dei giocatori. Un rimpallo fortunato regala a Palacio l'occasione per sbloccare il match ma l'attaccante dell'Inter, a tu per tu con Cillessen, sciupa malamente. Nemmeno gli spunti di Messi e Robben, risolutivi nei precedenti match di Argentina e Olanda, riescono ad evitare i calci di rigore.

SEQUENZA RIGORI - Vlaar: parato. Messi: gol. Robben: gol. Garay: gol. Sneijder: parato. Aguero: gol. Kuyt: gol. Maxi Rodriguez: gol.

Tommaso Maggi
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