Nazionale, caso Destro: Io riserva? Ora ci penso

Così con tre parole il romanista ha gelato il Ct. Lavorerà a Trigoria in caso di chiamata
Alberto Polverosi
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ROMA - La storia di Mattia Destro e del suo rifiuto al ruolo di eventuale riserva di Giuseppe Rossi è quella che abbiamo raccontato sul giornale di ieri e che merita di essere approfondita perché sempre ieri si è arricchita di altri interessanti particolari. A Londra, qualche ora prima della partita con l’Irlanda, quando Prandelli pensava ancora che Pepito sarebbe riuscito a entrare nel gruppo dei 23, ha chiesto sia a Insigne che a Destro, separatamente, la disponibilità ad andare in Brasile come riserva, cioè fuori dalla lista dei 23, in attesa che il recupero di Rossi si fosse completato. In caso contrario, la sua riserva (Insigne o Destro, non tutt’e due, ovviamente) avrebbe preso il posto dell’attaccante viola. La lista può essere ritoccata fino a 24 ore prima del debutto Mondiale, in presenza di un infortunio certificato dalla commissione medica della Fifa. Prandelli ha fatto la stessa richiesta ad altri azzurri, fra cui Ranocchia. L’interista gli ha detto di sì, subito, anzi, gli ha detto di più: “Io ci sono, vengo anche a piedi in Brasile”. Destro ha mostrato le sue perplessità, fra i denti gli è scappato un sofferto “ora ci penso”, con una faccia che era tutto un programma. Prandelli non era solo quando stava parlando al romanista, ma quel “ci penso” non gli è piaciuto affatto. Il capitano di questa Nazionale è Buffon, uno che quando sente l’inno, dopo 139 partite, ancora si emoziona. Figuriamoci se un ragazzo può tenere quell’atteggiamento. Ma nel ruolo di riserva il romanista si sentiva sottovalutato, pensava di aver diritto allo stesso riguardo di Rossi, questo era il suo pensiero, svelato a chi gli era vicino. Breve inciso: se Pepito fosse andato al Mondiale non è detto che sarebbe stato Destro la sua riserva, magari Prandelli portava Insigne e lasciava a casa il romanista. Viste le scelte successive, è una possibilità concreta.

ATTACCO SENZA RISERVE - Poi c’è stata la partita di Londra con l’Irlanda e la necessità di portare una riserva di Rossi è scomparsa perché Pepito sarebbe rimasto a casa. A quel punto è maturata la decisione del ct: dentro Insigne e fuori Destro. Una scelta tecnica, ovvero la rinuncia al terzo centravanti (dopo Immobile e Balotelli), anche se con caratteristiche diverse, per far entrare un attaccante esterno in grado di riempire la fascia, ma di giocare anche come punta d’appoggio, nella posizione di Cassano. Con la palla al piede, Insigne dà più qualità di Destro. Al Craven Cottage, il romanista ha capito che sarebbe rimasto a casa. In quelle ore ha ricevuto una seconda richiesta: continua ad allenarti a Roma, con un programma che ti verrà inviato per email dai nostri preparatori, perché non si sa mai. Destro stavolta ha dato la sua disponibilità.

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