Thiago Motta: Mai sognato la Seleçao, sono un italiano nato in Brasile

Conferenza stampa a cuore aperto del centrocampista azzurro: «Pronto per la Costa Rica. Dovremo giocare come fosse una finale»
Andrea Santoni
5 min

MANGARATIBA - Thiago Motta a cuore aperto. Il centrocampista azzurro, alla vigilia del suo debutto da titolare, in conferenza stampa ha parlato senza reticenze del suo essere italiano, meglio «un italiano nato in Brasile».

Thiago Motta, come procede il ritiro?
«Stiamo molto bene, il posto ideale per lavorare tranquillamente. Un fatto molto importante».
 
Pronto per giocare?
«Sono pronto come tutti gli altri. Ognuno di noi deve saper aspettare il proprio momento».

Le piace il centrocampo azzurro?
«Sono qui da oltre tre anni e mi sono trovato sempre molto bene; mi piacciono le cose che ci chiede Prandelli; e possiamo fare ancora meglio, sono convinto di questo».

Veniamo al punto: cosa prova a essere il brasiliano della Nazionale?
«Quello che ho sempre detto: io sono nato qui, ma mi sento italiano, ed è un piacere giocare con l’Italia, soprattutto in una grande Nazionale come quella che difendo. Certo, le mie sono sensazioni difficili da spiegare. Ci vorrà del tempo per capire quello che ho vissuto qui ma adesso penso a giocare».

Mai sognato di farlo per il Brasile?
«No, mai, anche quando sono arrivato in Under 23, non l’ho sognato. E posso spiegarlo. Io sono andato via di qui presto, da ragazzo, sono stato tanto tempo in Spagna; ho imparato a giocare e a vivere da europeo, eppoi ho la fortuna e il privilegio di avere una famiglio italiana; mi sento un italiano nato in Brasile; sono contentissimo di essere nato qui e di giocare in Brasile. Questo è il senso. La famiglia di mio padre è italiana, ho potuto scegliere e ho scelto».

Un fatto anomalo per la sua gente: qualcuno a Volta Redonda l’ha fischiata
«Ripeto: quando ero a Barcellona non avevo la voglia di altri brasiliani, voglia che rispetto, di arrivare alla Seleçao;  ma quando mi hanno detto che c’era la possibilità di giocare in Nazionale ho detto sì, subito. E questo mi ha fatto crescere anche come uomo».

Intanto il Brasile ha qualche problema
«Ma le squadre di Scolari non fanno un calcio spettacolare ma arrivano sempre in fondo. Dunque non mi sorprende ma sono convinto che andrà avanti. E lo spirito di Scolari, uno che ha vinto molto».

Intanto le sorprese mondiali non sembrano finire
«Oggi non esistono squadre imbattibili, che possono passeggiare. Magari ci sono quelle un po’ sopra alla media ma se non danno il 100% contro chiunque, vanno in difficoltà. Eppoi il clima incide, vedi quello che ha fatto la Costa Rica: corso tantissimo, ma non è una sorpresa, perché ha bravi giocatori».

Ci dica ancora della Costa Rica
«L’abbiamo studiata al video. Gioca da squadra, ha giocatori davanti che fanno la differenza; sa verticalizzare, ha un gioco molto veloce, e come detto loro sono abituati a questo clima; dunque ti possono mettere in difficoltà. Metteteci anche l’entusiasmo per la prima vittoria: sarà complicato batterli. Dobbiamo entrare in campo come se fosse una finale; è così faremo».

Lei è candidato a sostituire Verratti che ha faticato contro l’Inghilterra.
«Marco ha fatto un grande primo tempo; Marco ha solo bisogno di riposare, dopo essere stato debilitato dalla febbre;  lui è un amico e un grande giocatore, indipendentemente che siamo compagni nel Psg» 

De Rossi di lei ha detto grandi cose e che avete caratteristiche diverse: dove preferisce giocare: interno o davanti alla difesa?
«Intanto ringrazio Daniele; posso giocare in entrambi i ruoli; di certo darò il meglio, come tutti: questo è il segreto dell’Italia. Che ha il privilegio di avere qui tre campioni, come Daniele, che il mondiale lo hanno già vinto (in realtà sono 4, ndi)».

A proposito di ex iridati, come sta Buffon?
«Sta bene ma non so se gioca».

Si è parlato molto in questi giorni di time out: è davvero così importante?
«Sì, è molto importante; per due motivi: per il clima difficile, per la salute dei giocatori; e per lo spettacolo».

L’ultima: ma Thiago Motta tornerebbe in Italia, magari all’Inter?
«All’Inter è stato bellissimo, sono nella storia nerazzurra, ma ora c’è una nuova squadra, un nuovo presidente; e io sto molto bene in Francia, al Psg. Tornare: perché no? Ma non penso di cambiare in un futuro prossimo».


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