Tifo mondiale con le oblate: «Il calcio unisce»

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ROMA - Qui le consorelle nigeriane fanno un tifo scatenato” dice suor Semira Carrozzo, una missionaria italiana che insegna ai bambini e si batte per la pace nel nord della Nigeria. Con la MISNA parla al telefono mentre regge i pacchi della spesa, colazioni e merende per gli alunni della sua Scuola di Nazareth. Affaccendata sotto il sole del Sahel, nella città di Kaduna, suor Semira racconta della paura per gli attentati degli islamisti di Boko Haram. Ma questi, per lei e le sue consorelle delle Oblate di Nazareth, sono anche giorni di speranza. Sabato le “Super Aquile” di Ogenyi Onazi e Victor Moses hanno battuto 1-0 la Bosnia Erzegovina e prenotato un posto per gli ottavi di finale dei Mondiali brasiliani. È stata una vittoria sofferta e conquistata al 91’, con quella zampata di Edin D?eko deviata miracolosamente sul palo dal portiere bianco-verde Vincent Enyeama. I nigeriani hanno già scomodato il destino. Racconta suor Semira: “Hanno visto la partita in strada, stringendosi attorno a televisori o schermi improvvisati sul marciapiede; al fischio finale sono esplosi di gioia, come se d’un tratto si fossero sentiti realizzati, liberi dalla frustrazione d’una vita”. Il prossimo appuntamento è con l’Argentina di Lionel Messi, mercoledì sera. Ma in gioco non c’è solo il passaggio del turno, ritenuto probabile dai bookmaker. “Il calcio – sottolinea la missionaria – può aiutare i nigeriani a unirsi contro la violenza, respingendo divisioni etniche o religiose”. Suor Semira ha saputo dell’attentato di domenica scorsa a Damaturu, una città situata circa 500 chilometri a est di Kaduna. L’esplosione di un’autobomba ha ucciso 21 tifosi che stavano seguendo una partita dei Mondiali su un megaschermo all’aperto. “Speriamo le Super Aquile possano andare avanti” dice ora la missionaria. Che parla di calcio mentre compra il pane per i bambini della Scuola, 800 tra materna ed elementari, cristiani e musulmani.



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