Ecco come funziona il ranking Fifa

Il numero di punti è dato dalla moltiplicazione di quattro fattori e (cosa fondamentale) non tiene conto del palmares delle Nazionali. Vi spieghiamo per bene come funziona il meccanismo
Ecco come funziona il ranking Fifa© ANSA

ROMA - Aggiornato ogni mese, il Ranking Fifa stabilisce i rapporti di forza tra le nazionali ed è utilizzato in ogni sorteggio (per una fase finale o per i gironi di qualificazione) di tutte le competizioni internazionali. Il punteggio tiene conto dei risultati degli ultimi 4 anni, dunque evolve nel tempo. Anche perché i risultati più vecchi pesano sempre meno: quelli dell’ultimo anno sono considerati al 100%, quelli dei 12 mesi ancora precedenti al 50%, quindi si scende al 30% e al 20% per i risultati di quattro anni fa. Si sommano così le medie (ponderate) di ciascun anno, dividendo i punti per le gare disputate.


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I QUATTRO FATTORI DI CALCOLO

Per ogni partita, il numero di punti ranking è dato dalla moltiplicazione di quattro fattori: risultato (M), importanza del match (I), valore dell’avversario (T), confederazioni di appartenenza (C). Il risultato è semplice: 3 punti per la vittoria, 1 per il pareggio, 0 per la sconfitta. L’importanza del match (I) parte dal minmo di 1 (amichevoli): un match di qualificazione vale 2,5; uno di fase finale di torneo continentale (gli Europei, ad esempio) o Confederations Cup vale 3; una partita dei Mondiali vale 4.

La forza dell’avversario (T) parte da un minimo di 50 (se si affronta una rivale oltre il 150° posto nel ranking) fino a un massimo di 200 (se si sfida la numero uno). Banalmente: si calcola sottraendo a 200 il piazzamento in classifica della rivale. Infine, il coefficiente per le confederazioni: si fa la media tra i due valori se si sfidano nazionali di continenti diversi, altrimenti vale 1 per le sudamericane, 0,99 per le europee, 0,85 per tutte le altre confederazioni.


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UN ESEMPIO PER CAPIRE

Facciamo un esempio pratico basandoci sulla gara di questa sera con l’Albania, che nel ranking è al 66° posto. Una vittoria frutterebbe 3 punti da moltiplicare per 2,5 (è match di qualificazione), quindi per 134 (dato da 200 meno 66, appunto, come il ranking albanese) e per 0,99 (match fra due europee). Totale: 995 punti (arrotondati all’intero). Il pareggio contro la Macedonia ne aveva fruttati 240 (solo un pari e peraltro contro un’avversaria più debole). Le insidie più grosse il ranking le riserva tra la fine di una fase di qualificazione e l’inizio di una fase finale: esatto, le amichevoli. Che paradossalmente, pur se vinte, possono far perdere posizioni.

Prendiamo una sfida tra Italia e San Marino: i 3 punti (scontati) andrebbero moltiplicati per 1 (amichevole), per 50 (il minimo, visto il ranking dei rivali) e per 0,99, fruttando appena 148 punti con un totale da dividere però per una gara in più. E per una Nazionale come la nostra significa abbassare la media. Il ranking, infine, non tiene conto del palmares: è solo una somma di partite. La Figc, forte dei 4 Mondiali, vinti, spinge per modificarlo tutelando così le nazionali titolate.


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ROMA - Aggiornato ogni mese, il Ranking Fifa stabilisce i rapporti di forza tra le nazionali ed è utilizzato in ogni sorteggio (per una fase finale o per i gironi di qualificazione) di tutte le competizioni internazionali. Il punteggio tiene conto dei risultati degli ultimi 4 anni, dunque evolve nel tempo. Anche perché i risultati più vecchi pesano sempre meno: quelli dell’ultimo anno sono considerati al 100%, quelli dei 12 mesi ancora precedenti al 50%, quindi si scende al 30% e al 20% per i risultati di quattro anni fa. Si sommano così le medie (ponderate) di ciascun anno, dividendo i punti per le gare disputate.


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