Nainggolan non si dà pace: «Meritavo il Mondiale. A Maradona cosa dovremmo dire?»

Il centrocampista della Roma, escluso dai convocati del Belgio, si sfoga con la stampa del suo Paese: «Un calciatore andrebbe giudicato per quello che fa in campo. Martinez ha spezzato i miei sogni da bambino»
Nainggolan non si dà pace: «Meritavo il Mondiale. A Maradona cosa dovremmo dire?»© Getty Images

ROMA - Una delusione già provata quattro anni fa, ma che ora fa molto più male per Radja Nainggolan, incredibilmente escluso dalal lista dei convocati del Belgio per gli ormai imminenti Mondiali di Russia 2018. Una scelta - quella del ct Martinez - che ha fatto molto male al 'Ninja' della Roma, arrivato così a dare il definitivo addio alla sua Nazionale attraverso Instagram: «Essere se stessi può dare fastidio a qualcuno», ha scritto nel suo post prima di parlare al quotifiano belga 'HLN'. «Ne ho abbastanza, il mio addio ai 'Diavoli Rossi' è ormai segnato - ha detto il centrocampista giallorosso - non continuerò a combattere. Avevo già pianificato di fermarmi se non mi avessero fatto andare al Mondiale. È vero che lo scorso anno ho considerato di rendermi indisponibile per il Belgio, ma ho comunque sperato di poter partecipare a un’esperienza come il Mondiale. Era un mio sogno da bambino e ora mi è stato portato via, ma me lo meritavo.  È una cosa difficile da capire. Ora sono nel Guinness dei primati. Per cosa? Per essere l’unico giocatore a cui non è stato permesso di andare al Mondiale per due volte di fila. È una cosa talmente incomprensibile che riesco già a riderci su. Sono triste, meritavo di esserci. Sono arrivato in semifinale di Champions League e con la Roma ho giocato bene. Non posso fare più di così. Quattro anni fa non mi è stato permesso di andare al Mondiale, ma la decisione non era basata sulle mie prestazioni, giocavo ancora al Cagliari. Le circostanze erano diverse. Nel frattempo ho giocato 4 anni con la Roma, ho giocato bene e non sono stato ricompensato».

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COME MARADONA
Molti pensano che l'esclusione sia stata dovuta al carattere di Nainggolan, che non ha però alcuna intenzione di rinnegare la sua personalità: «Non mi piace indossare maschere. Sono chi sono. Se ad alcune persone non va bene, non posso farci niente. Non cambierò per loro. Sono stanco di essere sempre dipinto come un cattivo ragazzo. Il calcio è ancora un hobby per me. Ok, è diventato il mio lavoro, ma io voglio essere giudicato per le mie prestazioni, non per quello che faccio fuori dal campo. Dovremmo parlare diversamente di Maradona per questo motivo? Ognuno è libero di fare ciò che vuole se in campo gioca bene. Pensate che tutti i calciatori siano bravi ragazzi? Non me ne vergogno»

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L'INCONTRO CON IL CT
Il 'Ninja' giallorosso racconta poi come è andato l'ultimo incontro con il ct Martinez«Mi ha chiamato attorno a mezzogiorno per sapere dove fossi. Mi ha chiesto se ero in Belgio o a Roma. Quando gli ho detto che ero a Roma, mi ha detto che sarebbe stato qui alle 18.30. “Incontriamoci all’hotel Hilton dell’aeroporto”. Il mio primo pensiero è stato questo: pensavo che volesse parlarmi faccia a faccia per essere sicuro che mi comportassi bene. Ho chiamato i miei compagni di nazionale (Mertens, Hazard, De Bruyne e Fellaini quelli a lui più vicini, ndr) per sapere cosa ne pensassero, se Martinez veniva a spiegarmi alcune regole o per dirmi che non sarei andato al Mondiale. Ho pensato che fosse fantastico e che avrei fatto lo stesso al posto suo. Se ho un problema con qualcuno, vado da lui. Ha iniziato a dire che sono un top player con un ruolo importante nella Roma. “Se fossi un allenatore di club, costruirei una squadra su di te”, ha detto. “Ma in nazionale non è possibile. Non ho abbastanza tempo per farlo”. Ha anche detto che sono un calciatore troppo importante per partecipare al Mondiale come ventesimo della squadra. “Ci sono calciatori giovani che sarebbero contentissimi di entrare anche solo per un minuto, tu no”. In parte capisco la sua spiegazione quando parla di scelta tattica. Ma poi penso: se due centrocampisti dovessero infortunarsi? Mette dentro i giovani? Ha pensato che in panchina mi sarei comportato male. Comunque prima di annunciare le scelte alla stampa ha provato a chiamarmi, ma ero in aereo. “Chiamami”, mi ha scritto in un messaggio. Quando sono atterrato, era già evidente che non ero nei 28 convocati. Richiamarlo non avrebbe avuto molto senso».

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«FORZA BELGIO!»
Eppure Nainggolan ha provato a rassicurare il suo ct: «Gli ho detto che sarei stato pronto se avesse avuto bisogno di me. Se necessario anche come 22esimo, in qualsiasi ruolo. “Dimmi soltanto cosa ti aspetti da me”, gli ho detto. “Ma alla fine sei tu che prendi le decisioni”. La conversazione è durata circa 20 minuti. Alla fine, mi ha detto che la sua scelta non era ancora stata presa, anche se non era questo il caso. Dalle sue spiegazioni, sapevo che al 70% non sarei andato. Perché venire a Roma? Ha avuto paura di avere problemi se mi avesse portato in Russia. Non ho mai causato problemi in panchina. Sono stato convocato 39 volte e ho giocato 30 partite, quindi ci sono già stato».

Una delusione, quella di essere rimasto fuori, che non impedirà al centrocampista della Roma di fare il tifo per il Belgio«In Russia non mi vedrete, vacanza è vacanza. C’è solo una cosa positiva di tutto questo: ho 5 settimane libere. Guarderò le partite in tv, anche per il rispetto che ho verso i miei compagni. Ho un rapporto davvero ottimo con tutti, dal primo all’ultimo calciatore. Hazard e Fellaini mi hanno scritto di rimanere calmo, ma mi capiscono. Così come Mertens, De Bruyne, Vertonghen… Gli auguro il meglio, spero che vadano il più avanti possibile al Mondiale. Abbiamo dei giocatori che possono permetterci di diventare campioni del mondo. Perché non crederci?».


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ROMA - Una delusione già provata quattro anni fa, ma che ora fa molto più male per Radja Nainggolan, incredibilmente escluso dalal lista dei convocati del Belgio per gli ormai imminenti Mondiali di Russia 2018. Una scelta - quella del ct Martinez - che ha fatto molto male al 'Ninja' della Roma, arrivato così a dare il definitivo addio alla sua Nazionale attraverso Instagram: «Essere se stessi può dare fastidio a qualcuno», ha scritto nel suo post prima di parlare al quotifiano belga 'HLN'. «Ne ho abbastanza, il mio addio ai 'Diavoli Rossi' è ormai segnato - ha detto il centrocampista giallorosso - non continuerò a combattere. Avevo già pianificato di fermarmi se non mi avessero fatto andare al Mondiale. È vero che lo scorso anno ho considerato di rendermi indisponibile per il Belgio, ma ho comunque sperato di poter partecipare a un’esperienza come il Mondiale. Era un mio sogno da bambino e ora mi è stato portato via, ma me lo meritavo.  È una cosa difficile da capire. Ora sono nel Guinness dei primati. Per cosa? Per essere l’unico giocatore a cui non è stato permesso di andare al Mondiale per due volte di fila. È una cosa talmente incomprensibile che riesco già a riderci su. Sono triste, meritavo di esserci. Sono arrivato in semifinale di Champions League e con la Roma ho giocato bene. Non posso fare più di così. Quattro anni fa non mi è stato permesso di andare al Mondiale, ma la decisione non era basata sulle mie prestazioni, giocavo ancora al Cagliari. Le circostanze erano diverse. Nel frattempo ho giocato 4 anni con la Roma, ho giocato bene e non sono stato ricompensato».

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