C'è un motivo per cui i russi dicono spesso "non lo so"

Mosca si prepara al fischio d'inizio dei campionati del mondo accogliendo migliaia di turisti-tifosi
C'è un motivo per cui i russi dicono spesso "non lo so"
Cristiano Sala
3 min

MOSCA (RUSSIA) - Sono giorni frenetici per Mosca. Un po’ come quando a casa una figlia si prepara al matrimonio. Via vai di parenti, amici, truccatori, film maker (quelli che fanno il caro vecchio “filmino”), personal shopper, figlia della portiera, nipotino della portiera che gioca a pallone in corridoio, insomma l’Armageddon per i Casalinghi Doc.

Ecco, i russi che ospitano la Coppa del Mondo siamo noi amanti della poltrona dopo una giornata di lavoro, noi che il “pinguino sul tavolino guarda sempre a Sud” e guai a chi lo rivolta dall’altro lato. Noi, e i russi, violentati dalle apparenze. E l’apparenza a Mosca non inganna. Sotto le bandiere della Fifa, dietro gli stand dei marchi internazionali, tra le cuciture dei loghi delle magliette degli steward c’è infatti la Capitale di sempre: seria, elegante, timida.

Sorry, where is the stadium?”. “I don’t know”. Eppure è lì dietro di te. “Sorry, where is the metro?”. “I don’t know”. E magari ha appena girato l’angolo, uscendo dalla fermata che state cercando. “I don’t know”, per i russi, è un “ti prego lasciami solo” pieno di educazione. Perché se qui una cosa non la sai, l’inglese per esempio, stai zitto e vai avanti per non complicare le cose all’occidentale smarrito. Non scrivi sul curriculum che hai frequentato un corso all'"Accademia Very English", non muovi le mani mimando le coordinate di Google Maps.

"I don’t know” è stato distribuito alla popolazione come i cordoncini dei pass della Fifa. Una misura di sicurezza sociologica per non stressare ulteriormente il padre della sposa, che ha ceduto momentaneamente il divano ai turisti del Mondiale. “Scusi, ma dov’è il telecomando?”. “I don’t know”.


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