CR7 nervoso ma già agli ottavi. Messi e Neymar, tutto da giocare

Graziato dall’arbitro, il portoghese affronterà l’Uruguay. Per la Pulce e ‘o Ney il brivido c’è
CR7 nervoso ma già agli ottavi. Messi e Neymar, tutto da giocare© EPA
Biagio Angrisani
4 min

ROMA - Le stelle vivono di luce propria ma non sempre sono brillantissime. Cristiano Ronaldo ha iniziato il Mondiale made in Russia molto bene ma contro l’Iran (1-1) ha sbagliato un rigore e ha commesso un fallo di reazione che l’arbitro paraguaiano Caceres, dopo minuti passati al Var, ha ritenuto da giallo mentre il rosso non avrebbe fatto scandalo come il secondo giallo non dato a CR7 per un fallo di mani nel finale. La famiglia allargata dei Moreno ai Mondiali non manca mai. Comunque, il prossimo avversario per il Portogallo è l’Uruguay che possiede la migliore coppia d’attacco (Cavani-Suarez) del Mondiale e una difesa non composta da educande e che non disdegna, al momento opportuno, il classico “o palla o piede”. Per gli ottavi salvata una stella che almeno sinora ha segnato quattro gol, ce ne sono altre due che non hanno certo emesso grande luce. Anzi.

LIO E NEY - Lionel Messi, dopo il doppio flop contro Islanda e Crozia, si gioca tutto stasera contro le Super Aquile della Nigeria: una vittoria potrebbe portare agli ottavi l’Argentina ma molto dipende anche da Croazia-Islanda. E in teoria anche un pari può bastare alla Nigeria per qualificarsi. Si giocherà in contemporanea e le emozioni non mancheranno. Messi sinora ha mostrato al mondo una faccia triste e pochi spunti da strappare applausi. Tatticamente utilizzato male da Sampaoli, la Pulce però si è fatto avviluppare dal grigiore generale dell’Albiceleste. Se l’Argentina approdasse agli ottavi, la Mascherano’s band potrebbe addirittura rinascere, altrimenti si scatenerà in Argentina un quilombo tale che anche Diego Armando Maradona potrebbe essere richiamato come Ct. Al Brasile contro la Serbia basta un pari per qualificarsi agli ottavi, ma raramente si è visto una Verdeoro sparagnina. Non fa parte del suo DNA. Neymar vuol dimostrare a tutti di essere il migliore. Indossa la 10, la maglia del dio del calcio. Ha colpi fantastici ma spesso li utilizza fuori luogo. L’uruguaiano Lugano, ex capitano della Celeste e interprete di un football - diciamo - pratico, ha sintetizzato una frase interessante: «Neymar non ha rispetto per gli avversari. Le simulazioni, i saltelli… Non va bene fare così in un Mondiale. Neymar ha un linguaggio del corpo che non è ben visto dai calciatori». Il linguaggio del corpo, sembra una citazione alla Roland Barthes e focalizza bene la lettura de "O Ney". Quattro anni fa, Neymar assistesse al “Mineirazo" in tribuna dolorante avendo una costola rotta da un fallo cattivo del cafetero Zuniga. La sua assenza giustificata non alleviò certo le lacrime brasiliane per la cocente umiliazione subita dagli scatenati panzer tedeschi. Una disfatta da far tornare di moda il “Nunca mais” del Maracanazo. Neymar adesso vuol conquistare il mondo e togliere il velo nero alla verdeoro ed è comprensibile che Marcelo spesso lo marchi stretto per evitare che il giovane compagno ecceda in qualche mattana. Domani c’è la Serbia e più che delle lacrime o di qualche irridente sombrero occorrono gol. O Ney è avvisato. La strada per la finale è lunga ma basta un attimo di distrazione per ritrovarsi sull'aereo per San Paolo con biglietto di sola andata.


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