Garcia Pà: «Ecco perché ho dedicato una canzone a Paolo Guerrero»

Il cantante e presentatore radiofonico peruviano: «Paolo è il nostro simbolo, il nostro capopopolo»
Garcia Pà: «Ecco perché ho dedicato una canzone a Paolo Guerrero»© AFPS
3 min

ROMA - In Perù basta nominarlo per accendere i cuori di un popolo. Paolo Guerrero (il nome in omaggio al nostro Paolo Rossi) è un emblema, una bandiera, un simbolo. E' lui l'uomo a cui tutti i tifosi peruviani si rivolgono quando si tratta di calciare un pallone. Ed è stato lui il protagonista della qualificazione ai Mondiali del Perù, 36 anni dopo l'ultima volta (a Italia '90). Paolo i Mondiali ha rischiato di vederli dalla poltrona di casa a causa di una squalifica per la positività a un metabolita della cocaina ma, dopo un inter complesso tra appelli, ricorsi e sconti di pena, il Tribunale federale svizzero ha accettato di “congelare” lo stop imposto dal Tas fino alla fine del Mondiale. Al giocatore simbolo di un popolo, il cantante e conduttore radiofonico Garcia Pà ha dedicato una canzone titolata semplicemente "Paolo Guerrero".

Come mai hai deciso di decicare una canzone a Guerrero? 
Affermarmi in Italia nel mondo della musica latina non è stato per nulla semplice. Ora i ritmi sudamericani sono entrati nelle vene di questo paese ma vent'anni fa era tutta un'altra storia. In un certo senso ho dovuto combattere come ha fatto Guerrero, il nostro capitano. E' stata una lotta continua per la sopravvivenza. Fra i tanti meriti di Guerrero c'è quello di essere riuscito a dare un'immagine più internazionale al Perù ricompattando una squadra e un popolo e trascinandoli entrambi al Mondiale.

Rimpianti per come è andata in Russia, con il Perù fuori ai gironi?
L'ho vissuto con molti amici peruviani ed è stata comunque una bella emozione anche se Guerrero non è stato utilizzato come avrebbe meritato. Peccato per quella prima partita persa contro la Danimarca e quel rigore fallito. Mi ha fatto piacere comunque che tanti tifosi sudamericani abbiano simpatizzato per noi. 

La storia di Guerrero è anche quella del leader e di un capopopolo che trascina la sua Nazione. 
Nel mio paese c'è una grande tradizione calcistica. Da noi si gioca ancora per strada. Noi puntiamo tutto sul collettivo, non abbiamo fuoriclasse ma gente di carattere. Noi giochiamo palla a terra. Guerrero ha dato un'identità ad una squadra, cosa che non è riuscito a fare Pizarro che, avendo giocato in Europa, pensava prima a se stesso che alla squadra. 

Il calcio sudamericano ha fallito a questi mondiali. Come mai? 
Io credo che il problema sia l'individualismo di tanti fuoriclasse. Guardate Neymar nel Brasile: è un fenomeno ma la palla la teneva sempre tra i piedi, il suo obiettivo era esaltare se stesso. Sono tutti giocatori che esaltano l'individualità e poco il collettivo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA