FIRENZE - È stato il primo a raggiungere Coverciano, domenica sera, insieme a De Rossi ed El Shaarawy, arrivando dal 'Franchi', dove da capitano di giornata aveva guidato la Roma ad un altro trionfo, questo sulla Fiorentina di Astori. Alessandro Florenzi è tornato in Nazionale a distanza di 13 mesi, tagliato fuori a lungo dall’infortunio al ginocchio sinistro. Momento migliore per lui per ritrovare il gruppo azzurro non poteva esserci: «È vero, la grande stagione della mia Roma è stata fondamentale alla mia nuova chiamata. Dico grazie ai compagni che mi hanno aiutato, al mister che mi sta gestendo. Sono carico, nella forma giusta, posso mettermi a disposizione del ct».
Russia 2018: tutto sui Mondiali
NOI E LA SVEZIA - Il romanista ha fotografato anche il valore dell’avversario: «La Svezia non ha segreti: gioca un 4-4-2 organizzato. Èuna squadra fisica, corta, che si muove insieme. Noi dovremo sfruttare le nostre tante qualità. Benzina sul fuoco la nostra sicurezza, secondo gli svedesi? Noi siamo certi di fare bene, non sarà facile, ma siamo una grande gruppo: sarà molto dura anche per loro. Personalmente ho pensato molto a questa sfida. All’Europeo giocai contro la Svezia a sinistra, fu una grande gara, dobbiamo ripeterci. La Svezia senza Ibra? Fa meno paura perché Ibra è uno dei migliori al mondo, ma davanti hanno giocatori importanti, sono stati capaci di eliminare l’Olanda. Noi abbiamo tra i difensori migliori al mondo; non dobbiamo avere paura di nessuno».
Svezia-Italia: noi la giochiamo così. E voi?
AUGURI - Finale dedicato a due giganti e a un compagno ritrovato: «Faccio gli auguri a Riva per i suoi 73 anni. E a Pirlo per l’addio al calcio. Per lui parla la storia. De Rossi in Svezia lo supererà come presenze (117 a 116, ndr). Tutti sanno il valore di Daniele, anche fuori del campo. Cosa penso della nuova chiamata di Zaza? C’era voglia di rivedersi, dopo la Francia. C’è stato troppo accanimento su di lui, per quel rigore sbagliato all’Europeo; è stata una casualità, quella corsetta: avreste dovuto vederlo in allenamento, li metteva tutti sotto la traversa».