Juve da 10, delusione Napoli. Le pagelle della stagione

Meglio la Lazio della Roma, flop delle milanesi
Juve da 10, delusione Napoli. Le pagelle della stagione© LaPresse
Stefano Chioffi
7 min

ROMA - Ecco le pagelle della stagione 2014-2015:

JUVENTUS 10 Stagione perfetta, divario abissale con la concorrenza, una squadra che è lo specchio fedele di una società organizzata e moderna. Scudetto, Coppa Italia e finale di Champions: Allegri è salito in cattedra, dimostrando che Conte non era poi così insostituibile.

ROMA 7 Personalità e spessore fino alla sosta natalizia, poi si è smarrita e non ha retto il confronto con la squadra di Allegri. Limiti di tenuta e fragilità difensive: un passo indietro rispetto allo scorso campionato, quando aveva fatto soffrire la Juve di Conte. Gli errori del mercato di gennaio hanno pesato sul lavoro di Garcia, che ha saputo centrare comunque la qualificazione in Champions League.

LAZIO 8,5 Un gioco brillante e moderno: alcune partite della Lazio hanno rappresentato lo spot ideale della Serie A. Il terzo posto, conquistato dopo l’impresa di Napoli, premia il progetto di Pioli. Una squadra piena di talenti, che può continuare la sua fase di crescita. L’obbligo di Lotito? Blindare i pezzi pregiati: da De Vrij a Felipe Anderson.

FIORENTINA 7 Montella ha saputo moltiplicare le potenzialità di una Fiorentina che ha giocato senza un centravanti, a causa dell’infortunio di Rossi e del rendimento deludente di Gomez.

NAPOLI 5 Ha tradito le aspettative dei suoi tifosi e del presidente De Laurentiis. Ha chiuso il suo campionato al quinto posto, tra fischi e rimpianti. Benitez non ha saputo incidere nelle fasi decisive, ma è l’unico ad essere uscito da vincitore, considerando che il Real Madrid lo ha scelto per sostituire Ancelotti. I suoi silenzi sul futuro professionale hanno inquinato la stagione del Napoli, creando distrazioni e alibi. La Supercoppa vinta ai rigori contro la Juve rappresenta l’unico lampo.

GENOA 7 Iago Falque, tredici gol, è una scoperta da applausi. Gasperini, invece, è una conferma: ha dato un’identità al Genoa e ha creato le basi per altre plusvalenze speciali. Il primo patrimonio è Bertolacci, diventato uno dei centrocampisti più completi del calcio italiano.

SAMPDORIA 7 La maturità di Mihajlovic ha fatto la differenza, ma la cessione a gennaio di Gabbiadini ha penalizzato il lavoro del tecnico serbo. Eto’o ha faticato: solo due gol in diciotto presenze. MIhajlovic lascia diversi capitali: da Soriano a Eder. E Romagnoli è pronto per tornare alla Roma.

INTER 5 Mazzarri e Mancini hanno pagato il conto di una società che deve ancora dare logica e sostanza alle sue ambizioni. Le prime risposte sul futuro dell’Inter devono arrivare, chiare e immediate, da Thohir: servono investimenti massicci, oltre alla conferma di Icardi, capocannoniere con 22 gol del campionato insieme con Toni. L’improvvisazione non può diventare una regola.

TORINO 7 Fondamentale l’impronta di Ventura, in grado di cambiare ancora una volta indirizzo alla stagione del Torino, nonostante le cessioni in estate di Immobile e Cerci. Organizzazione tattica e compatezza: Glik ha le risorse per fare il salto di qualità, Maxi Lopez è arrivato a gennaio dal Chievo ed è stato rigenerato da Ventura: due doppiette e otto gol in maglia granata.

MILAN 5 Le differenze, rispetto al passato, nascono da una società che ha smesso da tempo di investire, trovando ogni volta responsabili sbagliati - da Allegri a Seedorf - per mascherare le proprie debolezze. Ora è il turno di Inzaghi, ma non esistono più scuse. Per ricostruire il Milan c’è soltanto una strada: i soldi (tanti) devono prendere il posto delle promesse.

PALERMO 7 Le magie di Dybala, già acquistato dalla Juve, e i colpi geniali di Vazquez non sono l’unica sintesi di questo Palermo, che ha trovato la sua luce nella competenza e nella serietà di Iachini, capace di valorizzare anche Quaison, Chochev e Gonzalez. Dybala ha già un erede: Belotti. E la cessione dell’argentino garantisce un ricco budget da sfruttare sul mercato. E’ già partita la caccia ai nuovi talenti. In arrivo c’è Matheus Cassini, diciannove anni, trequartista brasiliano del Corinthians.

SASSUOLO 7 La lezione di Squinzi e di Di Francesco deve offrire ancora una volta uno spunto di riflessione per un calcio italiano alla ricerca frenetica di stranieri, spesso di valore discutibile. Berardi, Zaza e Sansone: il tesoro non è lontano da casa nostra. Campionato da incorniciare: merito di una società che lavora con sapienza e di un allenatore che ha superato in modo brillante un altro esame complicato.

VERONA 6,5 Luca Toni, trentotto anni, è il marchio di distinzione di questa squadra: capocannoniere con 22 gol insieme con Icardi. Salvezza senza rischi, nonostante la rinuncia a Iturbe.

CHIEVO 6,5 Partenza in salita, costata l’esonero a Corini. Poi il riscatto con Maran, che ha pilotato il Chievo attraverso un valido impianto di gioco e un atteggiamento mai rinunciatario.

EMPOLI 7,5 In estate sembrava spacciato, ma ha smontato ogni previsione negativa. Merito di Sarri, allenatore in tuta, che ha aiutato l’Empoli a non sentirsi mai in soggezione, attraverso gli schemi e il lavoro. Rugani, Valdifiori e Saponara hanno un’altra marcia.

UDINESE 5,5 La famiglia Pozzo ha bocciato Stramaccioni e ha già deciso di affidare la panchina a Colantuono per la prossima stagione. L’Udinese ha deluso: cali di tensione e poca personalità. Due eccezioni: Di Natale e Allan.

ATALANTA 6 Reja ha trasmesso certezze e serenità in un momento critico, dopo l’esonero di Colantuono. Baselli merita un grande club e può ripetere il percorso di Bonaventura, cresciuto a Bergamo e salito alla ribalta anche in un Milan divorato dagli equivoci.

CAGLIARI 4 La retrocessione è il conto inevitabile per una gestione societaria inadeguata. Zeman non è mai entrato in sintonia con la squadra, Zola ha pagato gli errori lasciati in eredità dal boemo e quelli di una dirigenza che si è dimostrata impreparata. Ora Giulini deve assumersi un impegno: restituire, in un anno, la Serie A alla Sardegna.

CESENA 5 Ritorna subito in B: i difetti della squadra sono emersi già nelle prime giornate. Di Carlo ha portato orgoglio e personalità, dopo l’esonero di Bisoli.

PARMA sv La professionalità di Donadoni e dei giocatori rappresenta l’immagine più bella in uno scenario avvilente, ma non oscura le vergognose responsabilità di presidenti, finti acquirenti e dirigenti che hanno provocato il dissesto finanziario.


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