Serie A, Napoli-Inter vale oro: una sfida da 651 milioni

Scopriamo il valore dei giocatori della supersfida della prossima giornata
Serie A, Napoli-Inter vale oro: una sfida da 651 milioni
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Ma forse i soldi non sono tutto nella vita: però aiutano a vivere meglio questo lunedì luccicante, con gli euro che brillano dinnanzi agli occhi, con Napoli-Inter che diviene un forziere, perché una sfida (scudetto) del genere è roba da ricchi, è danaro che sgorga tra le pieghe d’una nottata che - piaccia o no - si tinge di verdebiancoerosso. E’ calcio da Nababbi, il premio per chi ha creduto in se stesso, nelle proprie - e però diverse - filosofie, nel Progetto che De Laurentiis ha sviluppato nel tempo - elevandolo a «Miracolo» italiano - e che Thohir ha raccolto ed adeguato attraverso la propria visione. Cash, si gioca.

QUI NAPOLI. Quando il gioco si fa duro, “el pipita” si mette a giocare (con la borsa), fa lievitare quotazioni che in teoria sono vincolate da una clausola fissata in epoche non sospette e sufficiente a far girare la testa, perché 94 milioni e 736 mila euro si fatica persino a sussurrarli. E’ Napoli-Inter, è uno stadio illuminato dalle stelle, è talento, materia grigia, danaro sparso su l’erba d’un San Paolo verde come dollari, perché c’è materiale umano di primissima scelta e valutazioni che oscilanno da un giorno all’altro:

José Maria Callejon, l’affare del 2013, costò 8 milioni e 800mila euro, ma quando nell’estate del 2014 l’Atletico Madrid ha offerto 22 milioni di euro, De Laurentiis ha ringraziato e declinato l’invito; Mano Gabbiadini, 11 milioni nel gennaio scorso, è stato blandito dall’Inter appena tre mesi fa e non c’è stato verso di far barcollare il Napoli, «insensibile» persino dinnanzi alla possibilità di far cassa, plusvalenza e alchimia economica moderna. Napoli-Inter sa di Banca d’Italia (con una moltitudine d’esponenti stranieri a dar spettacolo): Marek Hamsik ha distratto la «Vecchia Signora» per una ventina di giorni, è stato argomento di decine di telefonate tra Marotta e De Laurentiis, ma venticinque milioni non sono bastati, né potrebbero bastarne altrettanti per Mertens e Insigne, l’ennesima espressione d’una politica che in undici anni ha portato il Napoli di De Laurentiis dalla C all’ennesimo «braccio di ferro» per lo scudetto.

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