Mancini: «È un'Inter da scudetto»

Il tecnico nerazzurro ospite del Corriere dello Sport-Stadio: «La Juve è tornata, lo sapevo. Come la Roma, la Fiorentina e il Napoli si conoscono di più. Noi stiamo ricostruendo»
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ROMA - Mancini, come è stato il ritorno dopo il ko di Napoli? (Sorride)

«Faticoso perché siamo arrivati tardi…»

E’ passata la rabbia per la sconfitta?

«Il dispiacere per il risultato subito dopo la partita è forte, ma poi uno metabolizza e cerca di pensare solo alle cose positive».

Sarri sostiene che l’Inter ha avuto solo un’occasione in 90'

«Non mi risulta che sia andata così. Il Napoli è stato bravo e Higuain ha fatto la differenza con un gol straordinario dopo un minuto. Passare subito in svantaggio ci ha messo in difficoltà nel primo quarto d’ora, poi la partita è stata normale ed equilibrata. Credo che la nostra sia stata una delle migliori prestazioni di questo campionato e le cose positive sono state parecchie».

Cosa c’è invece da rivedere?

«A Napoli ci può stare di essere messi un po’ sotto. Anzi, pensavo ci mettessero molto più sotto... Andare sullo 0-1 dopo 60 secondi ti scombussola, ma poi, a parte i primi 15' in cui loro hanno tenuto più la palla, siamo stati bravi».

Sui due gol subiti c’è stata qualche vostra disattenzione?

«Sul primo c’è stata una svirgolata di Murillo, ma Higuain si è inventato il gol da campione. Sul secondo è partito nel momento in cui i nostri centrali stavano salendo perché ha capito che Albiol di testa poteva mettere la palla lì e poi ha calciato in diagonale. E’ stato lui che ha fatto la differenza, non i nostri errori».

A mente fredda sull’arbitraggio di Orsato è sempre critico come lunedì sera?

«Sì, la penso esattamente come ieri. Il primo di Nagatomo non era assolutamente un fallo da ammonizione e anche il secondo era un mezzo fallo perché Yuto non va diretto sull’uomo».

Quanti punti vi hanno portato via le espulsioni secondo lei ingiuste di Murillo contro il Palermo e Nagatomo contro il Napoli?

«Non so, ma non voglio parlare di questo. Il mio discorso è più generale e riguarda anche tutte le altre squadre. Prima di cacciare un giocatore o di ammonirlo, il fallo deve essere davvero da ammonizione».

[...] Quando sostiene che ci sono formazioni più attrezzate nella corsa per il titolo lo dice per togliere pressione all’Inter?

«Napoli, Roma, Fiorentina e Juventus sono più attrezzate di noi perché giocano insieme da tanto tempo. La Juve ha cambiato tre pedine di un certo calibro, ma ha messo dentro 4-5 calciatori importanti, le altre si conoscono da più anni. Se saremo bravi a restare in alto fino in fondo, vedremo quello che succederà».

La Juve è già rientrata in corsa per il titolo?

«Sì e non mi ha stupito perché credevo che sarebbe tornare nel gruppo di testa. I 7 punti di distacco dal Napoli sono recuperabili perché magari allungherà la sua serie o ne farà un’altra così».

La Roma invece non è stata capace di fare l’ultimo salto di qualità. Perché?

«La Roma è una squadra forte, ma Roma è… Roma. E questo vale per la Roma e per la Lazio. Un giorno sei qua (mima in alto, ndr), un giorno sei sotto il tavolo. Intendiamoci questa è la più bella città del mondo e ci sono stato benissimo per 7 anni, ma lavorarci per tecnici e giocatori non è semplice. Ciò premesso, i giallorossi sono in corsa piena per lo scudetto. Magari loro tra due giornate vinceranno a Napoli e noi conquisteremo i tre punti (a Udine, ndr)... Almeno trascorreremo un Natale di festa. Il campionato, però finisce all’ultima giornata: dopo aver recuperato 8 punti a 6 giornate dalla fine allo United e dopo averne “mangiati” 9 alla Juve con la Lazio, ho imparato che nel calcio può succedere di tutto».

Si aspettava un impatto simile sul nostro calcio di Paulo Sousa?

«La Fiorentina gioca bene, ma giocava bene anche lo scorso anno. Giocando insieme da tanto tempo, arriva un momento in cui le cose diventano automatiche. Ai viola sta accadendo adesso».

Alla Lazio sta succedendo il contrario. Perché?

«La Lazio lo scorso anno ha fatto tanto, forse troppo. Non si può sempre andare oltre il proprio limite»

[...] Sacchi sostiene che l’Inter giochi un calcio antico. Esiste un calcio giovane e uno antico?

«Non mi interessa fare polemica. Non c’è un depositario della verità nel calcio: non lo è Sacchi e non lo sono neppure io... Ognuno dà la sua opinione e tutte sono da rispettare. Come tecnico sono uno che guarda la realtà: se avessi Gullit, Van Basten, Maldini, Baresi, Donadoni e tutti gli altri campioni di quel grande Milan giocherei un certo calcio, ma a disposizione ho un’altra rosa e quando affronto una formazione più forte che non posso mettere sotto perché ha più certezze ed è insieme da più anni, mi adatto. Sarebbe da fessi comportarsi in un altro modo. Una squadra cresce se fa i risultati anche all’inizio, quando non è al 100%. Rimanere attaccati alle prime può essere importante in vista della crescita futura».

A proposito di crescita, Icardi quanto può migliorare?

«Mauro è giovane ed è il classico attaccante da area di rigore che fa sempre 20 gol. Ha un tipo di gioco che necessita dell’aiuto della squadra, ma ha margini di miglioramento importanti».

Finora ha segnato poco. Sia lui che Dzeko.

«Edin ha bisogno di tempo per capire il calcio italiano. In Premier si gioca in maniera più aggressiva, ma ti lasciano spazi. In Italia c’è più tattica. Vedrete che farà 20 reti. Come Mauro».

E’ difficile far coesistere sul campo Icardi e Jovetic?

«Hanno bisogno di giocare insieme 6 mesi e non è detto che bastino per trovare un’intesa».

Perché Jovetic sembra più adatto alla Serie A che alla Premier League?

«E’ una punta tecnica ideale per l’Italia e la Spagna, ma in Inghilterra ha comunque vinto un campionato».

[...] Ripensando allo scorso mercato estivo, è Dybala il suo più grande rammarico?

«Dybala è bravo e ha un grande futuro perché è tecnico e veloce. E’ stato il nostro primo obiettivo».

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