Serie A: Juventus, Napoli, Inter, Fiorentina: chi rimarrà fuori dalla Champions League?

Ormai nel Campionato Italiano di serie A, oltre che la Medaglia d’oro (scudetto), conta molto il podio che corrisponde alla qualificazione Champions
Non basta Higuain© ANSA
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ROMA - Ormai nel Campionato Italiano di serie A, oltre che la Medaglia d’oro (scudetto), conta molto il podio che corrisponde alla qualificazione Champions con tutte le sue ricadute di incassi, prestigio ed esperienza internazionale
Il Campionato è quest’anno molto equilibrato e non vi sono squadre invincibili.

NAPOLI - Il Napoli che lo sembrava e che ha il gioco più spettacolare ha raggiunto la testa della classifica grazie ai pochi cm dei due pali che hanno impedito all’Inter di pareggiare o anche di vincere. E ha subito perso il ruolo di capolista con una partita in cui per larghi tratti ha giocato benissimo, dominato e dato spettacolo. 


INTER - L’Inter concreta degli 1-0 ha appunto perso l’unica partita in cui di gol poteva farne 2 o 3. La difesa sarà sempre capace di far bastare l’ 1-0 per i 3 punti?

JUVENTUS - La Juventus dopo un inizio difficile è in ripresa: più delle altre compagini ha dalla sua parte la serietà e la coerenza di un società e di una tifoseria che non hanno messo in discussione il tecnico dopo un inizio molto scadente. I nuovi innesti e i due Pauli hanno iniziato a funzionare e si sente molto meno la mancanza dei Pirlo-Tevez-Vidal.
 

Peraltro neanche Mourinho è stato licenziato dal Chelsea nonostante la bassa classifica. Questo perché i dirigenti di Chelsea (e Juve) sono ben consapevoli  del fatto che raramente il cambio in corsa dell’allenatore è utile. Non a caso delle squadre di serie A i cui allenatori sono stati recentemente sostituiti da Presidenti spesso bizzarri e/o recidivi, il solo Bologna di Donadoni (con ammirazione lo ricordo da calciatore: quando aveva il pallone e scendeva a serpentina sulla destra, sembrava che il pallone fosse custodito in banca tanto era difficile che lo perdesse) sta facendo meglio col nuovo rispetto che col vecchio. Ed è logico che sia così: la campagna compravendite è (o dovrebbe essere) pilotata dall’allenatore;  il gioco e gli schemi si preparano per mesi; e poi si affida la gestione a un altro coach che magari quei giocatori non li avrebbe mai presi o tenuti.       

FIORENTINA - La Fiorentina ha un gruppo che funziona, un buon gioco e un goleador  e potrebbe trovare la continuità per insidiare una delle tre precedenti.
Non pensiamo vi siano altre credibili aspiranti:

ROMA - Non la Roma in cui, più che il risultato, latita il gioco e in cui nella programmazione vi è scollamento fra squadra, tecnico e società. Può capitare a tutte le squadre che un calciatore venga strapagato, poco utilizzato e poi svenduto. Ma nelle ultime prestazioni  sono quattro gli attaccanti che nella Roma avevano avuto questo destino amaro (Destro, Borriello, Doumbia, Ljajic) e che sono i migliori in campo. E questo deve far pensare su come gli acquisti e gli utilizzi non siano stati programmati con le INDISPENSABILI condivisione e compattezza.

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OUT SIDER - Non la Lazio in cui per la prima volta in molti anni il Tecnico non riesce a far miracoli con una rosa all’insegna della spending review.
Non il Milan dai troppi attaccanti.
Non crediamo, anche se ci piacerebbe, il bel Sassuolo economico e italiano di Eusebio Di Francesco. 
A risentirci fra una decina di giornate per vedere se “ci abbiamo colto”. 
Intanto Buone Feste in cui per fortuna dall’astinenza calcistica ci salverà la Premier League.

 


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