Juventus-Napoli senza napoletani. Resa di uno Stato debole

Vietata la trasferta del 13 febbraio ai tifosi azzurri: era già successo all'andata
Juventus-Napoli senza napoletani. Resa di uno Stato debole© LaPresse
Stefano Barigelli
2 min

ROMA - L’attesissima sfida scudetto tra Juve e Napoli avrà due squadre in campo ma una sola tifoseria sugli spalti: i tifosi napoletani, infatti, non ci saranno. Era già successo nella partita d’andata, quando agli juventini fu vietata la trasferta al San Paolo. Ed è questa la motivazione con cui è stata spiegata la decisione presa ieri dal Questore di Torino. Il concetto di reciprocità è più una foglia di fico che una solida motivazione: i biglietti riservati agli ospiti sarebbero stati poco più di duemila, destinati soltanto ai possessori della tessera del tifoso che, ricordiamo, viene rilasciata dalle società su autorizzazione della Questura solo a chi risponde a un preciso codice etico. La realtà, come è evidente dalla somma di episodi accumulati negli ultimi mesi, è invece un’altra. Il Viminale ha deciso di affrontare la questione sicurezza negli stadi nel più semplicistico dei modi: cancellando cioè i tifosi dagli spalti. Meno tifosi, meno incidenti. Pazienza se lo spettacolo di uno stadio vuoto è avvilente. Pazienza se siamo l’unico Paese ad aver scelto questa strada. Pazienza se vengono umiliati i diritti di cittadini che, è chiaro, sono considerati di serie inferiore. Tanto la questione non ha avvocati in Parlamento e il calcio non ha la forza per sostenere le proprie ragioni, perfino quando sono buone. Garantire la sicurezza è un principio giusto, ma negare la libertà per un cittadino perbene di andare allo stadio lede un principio sacro, costituzionale. Colpire nel mucchio perché non si è in grado di colpire i violenti non aumenta la percezione di sicurezza, ma genera una sgradevole sensazione di ingiustizia.


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