Sul campionato a mezzogiorno Sarri ha ragione

Se ne va Cesare Maldini, uomo vero di un calcio vero, in una domenica piena di tante cose
Alessandro Vocalelli
3 min

ROMA - Se ne va un uomo vero, di un calcio vero, come Cesare Maldini, in una domenica piena di tante cose. Il Milan, il «suo» Milan, finisce in ritiro ed è incredibile come una squadra leggendaria, tra errori e contraddizioni, sia riuscita a banalizzare il suo presente. La Fiorentina, anche se resta la soddisfazione di una stagione da protagonista, butta l’ultima occasione di restare aggrappata a un posto Champions. Ancora peggio l’Inter, che frana in casa col Torino. Il Napoli viene battuto da De Canio e sul piano del gioco non ha alibi. Ne ha - ma la questione è più generale - per questo campionato frazionato e che si gioca all’ora di pranzo: a mezzogiorno è assolutamente innaturale.

SARRI: 12.30 ORARIO DIFFICILE E INNATURALE

Scappa dunque la Juve, che merita solo applausi. Alla decima giornata era undicesima in classifica. Molti si chiedevano - pensate un po’ - se avesse speranze di tornare in corsa. Ora è in piena fuga: un capolavoro di bravura, nervi saldi, lavoro di squadra, carattere. Ha stravinto il derby la Roma, che ha travolto la Lazio ed esonerato Pioli, in un Olimpico malinconico. Bravissimo Spalletti per le sue geniali intuizioni - un po’ meno per il finto buonismo con cui tratta l’argomento Totti - straordinario Perotti, insuperabile Nainggolan, eccezionale Florenzi per il gol e per l’orgoglio con cui indossa una fascia di capitano ereditata da celebratissimi compagni.

La Roma ha giocato molto meglio, rischiando solo per una quindicina di minuti, quando la Lazio ha avuto la forza di reagire, segnando con Parolo e creando improvvisamente qualche apprensione. Alla fine paga per tutti Pioli, che è il primo tecnico biancoceleste della storia esonerato alla fine di un derby. Ma siamo sicuri, considerando gli uomini a disposizione, che sia davvero il principale responsabile?

Il terzo gol, ad esempio, è nato da un calcio d’angolo provocato da Bisevac, che indisturbato ha messo fuori invece di appoggiare a Marchetti. Senza dimenticare il primo gol di El Shaarawy. Non avevo mai visto, lo confesso, una squadra crossare dalla trequarti e pescare un attaccante solo sul dischetto del rigore. In questi casi, e non è solo un modo dire, davvero non c’è difesa.

 


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