Serie A, alle 19 il calendario. Scopriamo la caccia alla Juventus

Niente derby alla prima e all'ultima giornata. Napoli in trasferta al debutto
Serie A, alle 19 il calendario. Scopriamo la caccia alla Juventus© LaPresse
Alberto Polverosi
5 min

Il campionato scorso non può deprimere quello che sta per nascere. Non lo può e non lo deve mortificare. E perché questo sia possibile, Roma, Napoli e le due milanesi (se si decidono a dare il via a un mercato finora nebuloso) sono obbligate a ingegnarsi. Solo l’ingegno può salvare la Serie A dalla monotonia. I soldi non più. La Juve può vincerlo, come ormai accade da cinque anni a questa parte, ma le altre devono fare in modo che non le venga consegnato, come finora è successo, già a inizio primavera. Un anno fa, era capitato il contrario, all’inizio. Era stata la Juve a consegnare a Inter, Napoli e Roma un vantaggio consistente, ma alla fine insufficiente anche solo per mettere in apprensione i campioni d’Italia passati e futuri. Non saper cogliere l’occasione è stato il demerito delle rivali, qui non c’entra, o c’entra meno, la forza della Juve. La differenza che ha preso corpo in questo quinquennio ricorda certe economie latinoamericane, o del vecchio Est europeo, dove la ricchezza è raccolta in una sola parte e per tutti gli altri c’è soltanto miseria. La Juve ha saputo creare ricchezza, forza e strapotere fino al punto che negli ultimi anni sono state sempre di meno le polemiche su presunti favori arbitrali. I dati aritmetici sono chiari e pesanti: in 5 campionati la Juventus ha fatto 89 punti più del Napoli, 98 più della Roma, 133 più del Milan, 142 più della Fiorentina e 157 più dell’ Inter. Il problema non è solo quello di ribellarsi al potere tecnico della Juve, ma alla banalità di un risultato scontato. La Juventus è diventata inesorabile fino a costringere tutti ad arrendersi, e questo nel calcio non può e non deve succedere.

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SOLO ALLEGRI RIDE - Stasera, a Milano, nascerà il campionato 2016-17. Lo aspettano con impazienza milioni di tifosi, ma quelli della Juve sono sempre più tranquilli degli altri. E come loro, l’allenatore. Non c’è un tecnico più sereno di Allegri in questo periodo. Anzi, è l’unico che attende con impazienza la cessione di un suo giocatore, anche di uno importante come Pogba. Allegri sa che se il francese va al Manchester United, con quei 125 milioni di euro può acquistare il più grande cannoniere della Serie A, ovvero Higuain, e alla società ne restano in cassa altri trenta. E’ dura per gli altri. Pensiamo a Spalletti: ha un giocatore straordinario, Pjanic, e se ne va. Dove? Alla diretta rivale, così la Roma fa un passo indietro e la Juve un passo in avanti. Pensiamo a Sarri, che vive nel terrore... bianconero. E’ cristallino il suo concetto sulla professione dell’allenatore: «Io non faccio il mercato, io alleno i giocatori che mi mettono a disposizione», ma se alla fine degli allenamenti mette in campo Gabbiadini e non Higuain, la differenza c’è. Pensiamo all’ombroso (e non per colpa sua) Mancini di questi giorni, ai sogni per ora vani di Montella, alla richiesta di chiarezza che Paulo Sousa ha rivolto alla sua società a fine mercato, alla contestazione che ha già coinvolto anche il giovane Inzaghi. Solo Allegri ride.

DIETRO - Stiamo rifacendo la Premier dove abbiamo il campione d’Inghilterra sulla panchina del Leicester, l’ex ct su quella del Chelsea, poi Mazzarri al Watford e Guidolin allo Swansea. Abbiamo il miglior allenatore italiano ed europeo sulla panchina del Bayern Monaco. Ma anche in Italia ne sono rimasti di bravi, molto bravi. E quando parlavamo dell’ingegno che serve per ridurre la distanza dalla Juve pensavamo proprio a loro, a Spalletti, Sarri, Mancini, Montella e Paulo Sousa. Devono trovare l’idea per evitare che i campioni d’Italia possano stabilire il record di scudetti consecutivi con la facilità di quelli conquistati finora. Proprio l’esempio della Premier League dell’anno scorso può aiutarli ad evitare un campionato deprimente in tutta Italia, tranne che a Vinovo.


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