Lazio, è show. Juve e Napoli testa a testa

Biancocelesti al 3° posto con il Chievo, per Allegri e Sarri due difficili impegni in trasferta
Lazio, è show. Juve e Napoli testa a testa
Alberto Dalla Palma
2 min

ROMA - Esentata dagli impegni internazionali, nonostante l’assenza di giocatori come Marchetti, Biglia, Radu e Bastos, la Lazio piomba al vertice con una partita spettacolare a Udine. Uno show di un tridente che ha dovuto aspettare sette giornate per essere sistemato nelle posizioni giuste: Keita (un gol), Immobile (due gol) e Felipe Anderson (un assist) hanno travolto i friulani trascinando una squadra con un’età media di poco superiore ai 24 anni, pronta a diventare la mina vagante del campionato. Dopo sei giornate di studio e di stravolgimenti in base agli avversari da affrontare, Simone Inzaghi ha liberato la Lazio: non più Felipe Anderson sulla fascia a rincorrere il terzino o l’ala, non più tre centrali ad opporsi agli attaccanti, non più strategie finalizzate a neutralizzare i dirimpettai, finalmente il tecnico biancoceleste ha lanciato i suoi gioielli e ha costruito una partita spettacolare, dove si sono esaltati anche Milinkovic Savic e il giovane Strakosha, altri talenti da tenere sotto osservazione. Un 3-0 che catapulta la Lazio, prima della sosta, nelle prime posizioni.

UDINESE-LAZIO 0-3: LA CRONACA

La settima giornata riprenderà a pranzo con la Juve impegnata a Empoli, dove Allegri ha paura che possa accadere qualcosa di strano. Meglio non sottovalutare questa sfida, anche se hai Higuain e Dybala, perché la concorrenza spinge forte alle spalle. Il Napoli ha un impegno assai fastidioso: è molto più forte dell’Atalanta ma Bergamo è un campo dove le difficoltà possono aumentare di minuto in minuto: Milik o Gabbiadini? Sarri non può sbagliare. All’Olimpico il piatto forte, questa volta a cena: Spalletti contro De Boer, chi perde passerà una sosta terribile perché il distacco dalle prime diventerebbe già troppo pesante da sopportare. L’olandese si appoggia su Icardi, il giallorosso rispedisce Totti in panchina pensando che a quarant’anni non si possa fare la differenza anche contro l’Inter.

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