Serie A, da mezzo secolo non si perde così

In testa c’è sempre la Juve, ma siamo di fronte a una stagione in cui regna di fatto l’equilibrio. Dopo 10 giornate tutte le squadre al tappeto in almeno 2 partite: non succedeva dal 1962-1963
Serie A, da mezzo secolo non si perde così© LaPresse
Ettore Intorcia
3 min

ROMA - Guida la Juve, e fin qui nulla di nuovo. Ma in questo avvio di stagione di strano c’è che, alla decima giornata, tutte ma proprio tutte, hanno perso almeno due partite. Juve inclusa. Non accadeva da oltre mezzo secolo, dal 1962 per la precisione. E nella storia della Serie A a girone unico è un’eventualità che si è verificata solo altre tre volte. Nel 1939-40, nel 1947-48 e, appunto, nel 1962-63. Guida la Juve, davanti a Roma e Napoli: due sconfitte a testa. Lì dietro hanno fatto tutte peggio, a parte Lazio, Fiorentina e Genoa che hanno due ko in bilancio proprio come il trio di testa, pagando in classifica qualche pareggio in più. Il Milan a Marassi ha incassato la terza sconfitta stagionale, l’Inter è già a quota quattro. Un avvio di stagione anomalo: più equilibrio negli scontri diretti tra le big ma pure colpacci a sorpresa delle outsider. Con una certezza: in questa fase, la differenza sta nella capacità di ridurre al minimo il numero di match con punti lasciati sul campo. La Juve ha fatto 8 vittorie su 10, senza mai pareggiare. E oggi un pareggio è più vicino a una sconfitta che a una vittoria, sia dal punto di vista squisitamente aritmetico che sul piano simbolico. Un anno fa, dopo dieci giornate, Roma, Napoli e Inter avevano perso una sola partita a testa, con i giallorossi in vetta alla classifica davanti ai partenopei. La Juve, dopo la doppia sconfitta nelle prime due giornate, era arrivata a collezionare altri due ko nel periodi di riferimento e di punti in classifica ne aveva appena 12.

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STAGIONE 1939-40 - Dopo dieci giornate, in testa alla classifica c’erano Inter e Bologna, con 14 punti a testa e una sconfitta in più per i nerazzurri (3) rispetto ai rossoblù. Particolarissima quella classifica parziale, perché in effetti gli emiliani furono gli unici a tenersi sotto i tre ko a quel punto della stagione. Lo scudetto lo vinse poi l’Inter, davanti al Bologna: i nerazzurri chiusero con una sconfitta in più sul groppone ma vincendo lo scontro diretto all’ultima giornata proprio contro gli emiliani. Pochi giorni dopo, l’Italia sarebbe entrata in guerra. Era l’Inter guidata da Cargnelli, l’Inter che il fascismo aveva ribattezzato Ambrosiana, l’Inter che fece all’improvviso a meno di Meazza. In quelle prime dieci giornate i ko arrivarono sempre in trasferta: Venezia, Bari, Trieste.

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