Nesta: «Totti? Beato lui. Io sto sempre con il ghiaccio» 

L'ex difensore si complimenta con il capitano della Roma e gioca in anticipo Lazio-Milan
Nesta: «Totti? Beato lui. Io sto sempre con il ghiaccio» © Bartoletti
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ROMA - Alessandro Nesta e Francesco Totti, 'nemici-amici 'come Red e Toby nel film d'animazione Disney del 1981, quando loro avevano appena 7 anni e tanti sogni ancora da realizzare. Ci sono riusciti dopo, in tanti anni di sfide e derby prima nelle giovanili e poi in Serie A, festeggiando entrambi uno scudetto a un anno di distanza l'uno dall'altro e poi condividendo il trionfo Mondiale nel 2006 con la maglia dell'Italia.

A circa dieci anni di distanza da quella magica notte di Berlino però qualcosina è cambiato: Nesta ha appeso gli scarpini al chiodo e fa l'allenatore negli Usa, Totti ancora scende in campo e segna con la maglia della Roma. «Beato lui - ha detto sorridendo l'ex capitano della Lazio ai microfoni di Sky - io se gioco a calcetto devo mettere il ghiaccio per tre giorni. Lui gioca ancora e sta facendo qualcosa di straordinario. Francesco ci tiene a finire a Roma, magari a Miami ci viene in vacanza».

LAZIO-MILAN - Nesta poi - da doppio ex - ha giocato 'in anticipo' la sfida tra Lazio e Milan in programma lunedì sera all'Olimpico: «Mi piace l’idea di calcio di Montella e anche come l’ha proposta ai giocatori. Inzaghi sta facendo benissimo, è una sorpresa perché ho giocato con Simone e non me l’aspettavo. Lunedì sarà una bella partita, per battere la Lazio devi bloccarli davanti perché in attacco sono molto forti, bisogna fermare i loro esterni. Se fossi l’allenatore biancoceleste invece attaccherei il 'Diavolo' sulle fasce, con Felipe Anderson e Keita, perché potrei trovare scoperta la difesa e fargli male».

GRAZIE SILVIO - Infine un pensiero speciale a Silvio Berlusconi: «La prima cosa che devo dire parlando di lui è grazie. Ho fatto 10 anni al Milan e sono stato da dio anche grazie a lui. Come tutte le cose belle c’è una fine: passano presidenti, dirigenti, allenatori, giocatori ma quello che rimane è il club, che non deve perdere mai l’identità. Credo che una società come il Milan non si debba snaturare, spero che la prossima proprietà continui a seguire lo stile creato da Berlusconi e che è stato il marchio rossonero degli ultimi 30 anni».

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