Diritti tv Serie A, Tavecchio: Nuovo bando. Mediaset, nessuna offerta

L'emittente: «Bando inaccettabile per il triennio 2018-2021». A vuoto il primo giro. Ferrero: «Società compatte»
Diritti tv Serie A, Tavecchio: Nuovo bando. Mediaset, nessuna offerta© ANSA
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ROMA - «Ritenendo che le offerte non rappresentino il valore reale del calcio italiano, con voto unanime l'assemblea della Lega Serie A ha deciso di non assegnare i diritti tv a nessuno dei concorrenti». Lo ha annunciato il commissario di Lega, Carlo Tavecchio, spiegando che si procederà con un nuovo bando in cui «il valore di partenza sarà quello indicato in questo bando», ossia un miliardo di euro, e c'è tempo «fino a novembre, dicembre sei mesi prima dell'inizio della prossima stagione».

FERRERO: IL CALCIO ITALIANO VALE DI PIU' - «Il prodotto calcio vale molto, ma davvero molto di più». Massimo Ferrero esprime all'Ansa la sua ira per l'esito del bando dei diritti tv, e individua la soluzione per uscire dallo stallo: «Le società di A sono tutte allineate, adesso valuteremo se procedere con il canale della Lega che al momento ci sembra la soluzione più rispondente alla situazione di mercato dei broadcaster». Quindi una stoccata a Sky: «Chi troppo vuole, nulla stringe. Non devono dimenticare che grazie al calcio guadagnano circa 3 miliardi di euro...».

SKY: MANCATI GLI ALTRI OPERATORI - Noi abbiamo fatto la nostra parte. E' il senso di una nota di Sky. «Ci siamo attenuti alle regole stabilite dalla Lega e dall'Antitrust e oggi abbiamo partecipato regolarmente all'asta dei diritti tv con un'offerta vicina al mezzo miliardo di euro, con tutti i pacchetti opzionali - spiega la nota -. Se oggi anche gli altri operatori già esistenti sul mercato avessero effettuato offerte anche solo pari alla base minima d'asta, la Lega Calcio si sarebbe trovata a disporre del target economico tanto auspicato», ossia un miliardo di euro.

AD INFRONT: PRESTO VIVENDI CONTRO SKY - «E' in fase di definizione la situazione complessa di Vivendi, Telecom e Mediaset: a un certo punto arriverà a maturazione e al colosso Sky si contrapporrà quello Vivendi-Mediaset-Telecom. Quindi non sono preoccupato»: così l'ad di Infront, Luigi De Siervo, dopo la prima asta sui diritti tv della Lega Serie A andata a vuoto. Per l'advisor dei club «non c'è deflazione» e se non andasse in porto il polo Vivendi-Telecom-Mediaset «il canale della Lega sarebbe l'unica ipotesi plausibile», ha aggiunto. «I campioni nazionali hanno un po' deluso oggi, ma è legittimo che abbiano fatto delle scelte industriali. La grande Telecom legittimamente ha scelto di non offrire ma, personalmente, perplime che un soggetto con in mente nel proprio piano industriale la possibilità di raggiungere milioni di famiglie, snobbi il prodotto primo per antonomasia del sistema pay del nostro Paese». Tim non ha partecipato giudicando non interessanti i due pacchetti per la piattaforma internet né dal punto di vista dell'offerta né dei prezzi, valutati in 200 milioni di euro ciascuno. «L'Antitrust chiedeva pari dignità fra piattaforme, cioè creare la stessa offerta su tutte. Così abbiamo fatto - ha notato De Siervo -. La risposta del mercato è stata più bassa di quanto si poteva attendere, ma il soggetto Perform è molto rilevante. Non riproporremo l'attuale format. Ogni piattaforma emergente ha un percorso più tortuoso. Ci siamo arrivati vicini: c'è stato un forte interessamento da parte di Amazon e Google. Il prodotto calcio italiano è più in salute di quello che ci si aspetta. C'è un mercato, c'è un interesse».

MEDIASET, NESSUNA OFFERTA - Il Cda di Mediaset "in coerenza con l'esposto presentato all'Autorità Garante della Concorrenza al fine di ottenere una nuova formulazione del bando per l'assegnazione di diritti tv Serie A 2018-2021", ha deciso di non presentare alcuna offerta all'asta che si e' conclusa oggi. "Al di là dei contenuti sportivi e dei valori economici attribuiti ai singoli pacchetti - si legge in una nota -, ribadiamo che la formulazione dell'invito a presentare offerte è totalmente inaccettabile in quanto abbatte ogni reale concorrenza e penalizza gran parte dei tifosi italiani costretti ad aderire obbligatoriamente a un'unica offerta commerciale. Mediaset si riserva di ricorrere in tutte le sedi competenti. In ogni caso, l'esito dell'asta odierna non avrà alcun effetto sull'offerta calcistica Mediaset della prossima stagione: da agosto 2017 gli abbonati di Premium godranno sempre di tutti i match delle principali squadre della Serie A e soprattutto della Champions League in esclusiva assoluta. Sappiamo che molti operatori avranno interesse a creare confusione, a sovrapporre il futuro con il presente, ma il pubblico deve essere informato correttamente: il grande calcio della prossima stagione sara' su Mediaset", conclude la nota.

Anche Tim, così come Mediaset, non ha presentato offerte per la gara dei diritti tv del calcio di Serie A per il triennio 2018-2021, 

LE OFFERTE -  Sono due, e non tre come inizialmente riferito, le offerte presentate all'asta per i diritti tv della Lega Serie A 2018-21. Si sono fatti avanti Sky (per due pacchetti, non è ancora chiaro quali) e Perform Group (per i pacchetti C1 e C2, piattaforma internet). Secondo quanto filtra, ci sarebbe stata solo una contestazione al bando e non una proposta economica - come era apparso in un primo momento - nella busta presentata da Italia Way Srl.

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Lega Serie A e l'advisor Infront hanno costruito questo bando con l'obiettivo di incassare almeno un miliardo di euro a stagione, esclusi diritti tv accessori e internazionali. Secondo quanto filtra, Sky avrebbe offerto 230 milioni di euro, 30 più del minimo richiesto, per il pacchetto A, per la trasmissione sulla piattaforma satellitare delle partite di 8 squadre, fra cui Juventus, Napoli, Milan e Inter (248 eventi totali). Sky avrebbe poi fatto un'offerta da 210 milioni di euro per il pacchetto D (quotato almeno 400 milioni di euro) che copre le gare di 12 squadre, fra cui Roma, Lazio, Torino e Fiorentina, per un totale di 324 eventi di cui 132 in esclusiva, incluso il derby della Capitale. L'altro soggetto in corsa, Perform Group, stando alle indiscrezioni, avrebbe proposto offerte ben al di sotto del minimo richiesto per i pacchetti C1 e C2, che insieme comprendono i diritti tv per la piattaforma internet (rimasti invenduti nel bando per il triennio in corso) delle stesse squadre del pacchetto A e sono stati proposti al mercato con un prezzo di minimo 100 milioni di euro ciascuno. (


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