Fatturati e spettatori in crescita: il nuovo appeal del nostro pallone

Dai bilanci alle presenze negli stadi: ecco la radiografia di un campionato che si è riconquistato la vetrina
Fatturati e spettatori in crescita: il nuovo appeal del nostro pallone© ANSA
Marcel Vulpis
5 min

La serie A è da sempre la “locomotiva” del calcio professionistico italiano. Il valore economico globale di questo settore, nel 2015/16, è stato pari a 2,85 miliardi di euro (+8,9% rispetto alla stagione precedente), e il salotto buono del football tricolore pesa per l’84%. Il valore della produzione della prima divisione, in appena un anno, è cresciuto da 2,21 a 2,41 miliardi di euro (+9,2%). Dati che hanno compensato, per esempio, la percentuale, sempre con il segno più (+5,5%), dei costi operativi (da 1,95 a 2,06 miliardi di euro). In generale, il dato globale del giro d’affari è il più alto dell’ultimo quinquennio, con un balzo in avanti significativo (+204 milioni di euro), rispetto a quanto registrato nel 2014-15. Finora si è puntato soprattutto sull’incremento dei ricavi dei diritti tv, è giunto il momento di sviluppare fatturato da sponsor ed entrate commerciali. Positivo anche il dato del “patrimonio netto” medio (misura la consistenza del patrimonio di proprietà del club), tornato in territorio positivo (+3,8 milioni di euro), attraverso lo strumento della ricapitalizzazione dei club di grandi dimensioni.

PAROLA D’ORDINE - Il totale dei tifosi presenti negli stadi, per competizioni di alto livello, ha raggiunto i 14,9 milioni di unità. La serie A, nel 2015/16, ha registrato un’affluenza media stimata in 22.280 persone (le partite della Nazionale non hanno superato le 21.524 presenze). Solo le partite della Champions attraggono un numero maggiore per gara (42.257 unità), mentre l’Europa league, con un’affluenza media pari a 13.487, è molto distante dai dati della prima divisione. C’è ancora molto da fare, soprattutto nel confronto con le Leghe top europee. Il campionato italiano (stagione 2015/16) ha raggiunto il 56% di riempimento degli impianti, contro il 96% della Premier league (solo lo stadio della Juventus, con il 95%, è in linea con la media britannica). Nella stagione appena conclusa il dato di affluenza medio è stato di 22.177 (con il record di 26.854 spettatori in occasione della 13ª giornata di ritorno della serie A). Un segnale importante, su cui devono lavorare i club, puntando su un “prodotto” sempre più spettacolare, e su una politica di ticketing che risponda alle moderne esigenze dei fan. Il costo medio del tagliando di curva è di 20,5 euro (ben 13 club su 20 presentano prezzi anche inferiori). Impatta, solo nella misura del 6,8%, sullo stipendio base mensile (1,200 euro netti - dato 2016 osservatorio Jobpricing), pagato, nel nostro Paese, per il lavoro dipendente.

RICAVI COMMERCIALI IN CRESCITA - Lo sviluppo delle entrate commerciali dei club di A, da 360,9 a 414,8 milioni, è la fotografia reale di un maggiore dinamismo imprenditoriale (sette club su 20 sono in utile), grazie anche all’ingresso di nuove proprietà straniere. In crescita, in misura significativa, i diritti tv (+8,5%) e le entrate collegate a ricavi commerciali e sponsorizzazioni (+14,9%). Gli introiti televisivi si confermano la voce più importante per le società di calcio: 1,11 miliardi di euro, con un peso, sul totale delle revenues, pari al 46%. Seguiti dalle sponsorizzazioni/ricavi commerciali (17%), dagli introiti da stadio (9%), dagli altri ricavi (10% per 243,8 milioni), dai contributi in conto esercizio (1%) e dalle plusvalenze per cessione giocatori (16% per 376 milioni).

IL CALCIO SI APRE AI TIFOSI - Con il nuovo protocollo d’intesa, tra Coni, Figc e ministeri dell’Interno e Sport, si punta, nei prossimi tre anni, ad una gestione più aperta nell’accesso agli impianti sportivi. Va in soffitta la tessera del tifoso, mai amata tra l’altro dai supporter dei club. Si spingerà, piuttosto, sulla carta fedeltà volontaria (dalla stagione 2018/19) e l’abbonamento tornerà ad essere una scelta libera. A regime, queste novità possono generare un +20-25% di affluenza negli stadi (nell’ultimo campionato le presenze negli stadi sono state pari a 8.427.075), con ricadute positive anche a livello marketing, perchè i nuovi tifosi, o quelli che decideranno di tornare a sedersi negli impianti, spenderà in cibo e bevande o acquisterà capi di merchandising, nei corner allestiti dalle società nelle zone antistanti gli stadi. Verranno, poi, ridotte le barriere presenti in molte strutture, e potenziati, come in Premier league, i servizi di accoglienza (stewarding).

Marcel Vulpis, direttore agenzia Sporteconomy.it. 

SKY SPORT


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