Bergomi: «Italia, casa di talenti»

«Che svolta culturale nei club: ora i giovani sono riportati al centro del progetto»
Bergomi: «Italia, casa di talenti»© LaPresse
Francesco Guerrieri
5 min

ROMA - Bentornata serie A. Ah quanto ci sei mancata. Ok il mercato con i nuovi arrivati in Italia, le amichevoli e i primi esperimenti, ma non è la stessa cosa. Le ultime sulla formazione, la prima volta del Var, i posticipi serali, il fantacalcio, le scommesse con gli amici... Si riparte! Con una certezza: «Sarà il campionato dei giovani - spiega Beppe Bergomi - in questi ultimi anni è cambiata la tendenza. Già la stagione scorsa l’abbiamo visto con alcuni allenatori che hanno puntato molto di più sui ragazzi».

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Qualche nome?
«Bisogna fare un monumento a Gasperini con tutti i giovani sui quali ha puntato: da Conti a Caldara, passando per Gagliardini. E ancora Paulo Sousa, che ha fatto maturare Bernardeschi facendogli capire che deve adattarsi ad alti livelli. La cosa bella è che anche squadre importanti come il Milan puntano sui baby: penso a Donnarumma ma anche a Locatelli. Tutto questo porta a una crescita costante della nostra Nazionale».

Quando era nelle giovanili dell’Atalanta ha allenato qualcuno di loro?
«Io ero sulla panchina della Berretti, Caldara, Conti e Gagliardini facevano su e giù con la Primavera. Anno dopo anno cambiavano e maturavano. Conti ha sempre avuto una gran corsa, Caldara fin da piccolo era attento e concentrato. E Gagliardini aveva la tecnica e i tempi d’inserimento».

Quanto fanno bene al calcio progetti come quello del Sassuolo e dell’Atalanta?
«Sono due squadre che investono molto sui giovani: l’Atalanta da sempre, nel Sassuolo Palmieri ha fatto un gran lavoro come responsabile del settore giovanile. Società sane dove si può fare calcio e gli allenatori hanno la possibilità di rischiare anche qualcosina. Sono realtà che oggi difficilmente rischiano retrocessioni, quindi hanno la possibilità di lavorare con tranquillità facendo esordire talenti con più facilità».

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Chi sarà il miglior giovane italiano del campionato?
«Le squadre hanno ricominciato a investire su un vivaio di talenti italiani che sta dando i suoi frutti. Possiamo contare su una generazioni molto forte, che rappresenta il futuro del nostro calcio. Penso ai vari Rugani, Chiesa, ma soprattutto punto molto su Andrea Conti, secondo me ha la sfacciataggine giusta per non soffrire il salto di qualità e il fatto di giocare in uno stadio come San Siro».

Che idea si è fatto del caso Donnarumma?
«E’ un ragazzo giovane e l’agente ha fatto il suo lavoro, ma io credo che in questi casi bisogna tenere conto dell’amore dei tifosi. Sono loro che vengono a vedere i giocatori allo stadio. Per loro si può anche rinunciare a qualcosa».

Quest’anno ci sarà più spazio per i variKean, Pellegri, Vignato e gli altri classe 2000?
«Dipenderà da come andranno le cose. Il fatto di respirare la serie A li fa crescere, ma hanno bisogno di giocare il più possibile tornando in Primavera limitandosi a sfruttare le occasioni che avranno in prima squadra. Non devono vedere come una bocciatura il ritorno in Primavera, serve l’atteggiamento giusto per andare avanti. Io ho vissuto una situazione simile nel Mondiale del 1982: mi sono messo a disposizione e ho fatto il mio, sempre con rispetto. Bisogna saper soffrire e capire i momenti in cui intervenire».

Un giovane all’estero che vorrebbe vedere in Italia?
«Secondo me Emre Can del Liverpool è un buon giocatore. Mi piacciono molto Kimmich del Bayern Monaco e Dembelé del Borussia Dortmund».

Chi vincerà il campionato?
«Quest’anno la Roma è la squadra che mi intriga di più. Può arrivare prima come quinta, ma tra tutte è la mia favorita. Ho solo qualche perplessità in difesa. Il Napoli gioca il miglior calcio, vediamo se sarà maturato e saprà vincere anche le partite “sporche”. Milan e Inter si contenderanno il quarto posto. Non sottovaluterei la Lazio, che ha forza fisica e velocità. Una squadra difficile da affrontare. Non penso lo rivinca ancora la Juventus per il settimo anno di fila, se dovesse succedere allora sarebbero fenomeni».

C’è qualche difensore nel quale si rivede?
«Sì, Barzagli ha un gioco molto simile al mio».

Oggi si parte, qual è il suo auspicio per questo campionato?
«Che sappia ancora di più appassionare tifosi di ogni squadra ed esprimere valori in campo e fuori».

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