Cassano: Scudetto Inter, Insigne italiano più forte, Dybala sembra Montella

Il fantasista barese: Spalletti è un genio, Messi il più forte al mondo, imparagonabile allo juventino. Higuain top, inferiore solo a Suarez
Cassano: Scudetto Inter, Insigne italiano più forte, Dybala sembra Montella© ANSA
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ROMA - «Lo Scudetto? Lo vince l'Inter perché ha un genio in panchina, Spalletti, che riesce a stimolare tutto l'ambiente e che ha solo una partita a settimana. Poi Juve e Napoli». E' questo il pronostico per la Serie A di Antonio Cassano. «Dybala? Un grande giocatore ma è imparagonabile a Messi, Messi per me è il calciatore più grande della storia, non puoi paragonarlo a nessuno se non un pochino a Cristiano Ronaldo. Per me Dybala assomiglia molto di più a Montella - ha aggiunto a Tiki Taka - è un grande giocatore, ha grande tecnica, forte, furbo e fa tanti gol come faceva Vincenzo, che è stato un giocatore straordinario». 

SU JUVE E HIGUAIN - «La Juve in Serie A fa un campionato a parte, avendo dei giocatori meno forti rispetto a quelli di 15 anni fa. Allegri? Un fuoriclasse della panchina, risolve ogni problema, si fa capire dai campioni e trova l'abito su misura per ogni giocatore, può allenare tutti i top club come Real, Barcellona o Bayern. Higuain fatica a trovare la porta? Per me è fenomenale, a Madrid ha fatto più di 150 gol. Per me dopo Suarez è il più forte di tutti, tecnicamente è fenomenale, è un top player poi ognuno può pensarla come vuole».

INSIGNE ITALIANO PIU' FORTE - «Insigne è un grande amico mio ed è il giocatore italiano più forte al momento, è l’unico che mi fa divertire. Al Napoli tutti sanno quello che devono fare. Sarri è un bravo allenatore che ha due fuoriclasse, Insigne e Reina, poi per il resto ha tutti giocatori normali che si applicano molto e si mettono lì a fare due ore di tattica al giorno.

QUARTO POSTO: MILAN, ROMA O LAZIO - «Il Milan? Ha fatto un’ottima campagna acquisti e ha fatto un grande affare a tenere Donnarumma che per i prossimi 20 anni sarà un portiere stratosferico perché è un fenomeno. Poi Montella, come Allegri, è molto bravo a vestire l’abito giusto per la sua squadra. Il Milan può giocarsela per il quarto posto con Roma e Lazio. La Roma può far bene. Di Francesco ha grande personalità, è un allenatore molto capace. E poi c'è Monchi, un dirigente che conosce il calcio e i calciatori meglio di chiunque altro». 

L'ADDIO DI TOTTI - «L'addio al calcio di Totti? Poche volte mi sono emozionato nel calcio,quella è stata una delle poche volte. Io gli avevo consigliato di continuare a giocare, la sua vita era giocare a calcio, non ce lo vedo a fare il dirigente: lo vedo triste e cupo. Ha fatto la differenza per 25 anni, non può giocare tutte le partite ma in Serie A ci sono almeno una decina di squadre dove potrebbe ancora dire la sua. Io ho scelto la Roma per lui, mi voleva anche la Juve ma per me in quel momento era il più forte di tutti. Mi è mancata la festa che i tifosi della Roma hanno dedicato a Totti? Lui ha giocato solo in una squadra, è tifoso della Roma e ha scelto di fare tutta la carriera lì. Io sono stato un vagabondo, mi è piaciuto scegliere più squadre per avere più stimoli, non ho mai voluto feste. Poi mi sono lasciato male quasi con tutte le tifoserie per colpa mia e la carriera che potevo fare l’ho buttata nel cestino perché ho pensato più alla mia felicità: mi allenavo male, mangiavo troppo, solo che me ne sono accorto solo a 34 anni. Balotelli? Un ottimo giocatore che poteva fare una grande carriera ma non è un campione. Il vero fuoriclasse è Mino Raiola che gli ha fatto guadagnare tantissimo e gli ha permesso di giocare in grandi club. Lui ha un grande tiro, a me piacciono i giocatori imprevedibili, che hanno una grande tecnica, come Mbappè o Neymar. La doppietta di Pellegri? Mi sono emozionato molto quando ho visto piangere suo papà. Da solo stava pareggiando la gara, se non si monterà la testa potrà fare una carriera importante: sono molto contento per questo ragazzo».


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