TORINO – Da oggetto del desiderio sta diventando l'incubo della Juventus: Simone Inzaghi non si accontenta della Supercoppa strappata in estate ad Allegri e nell'anticipo dell'ottava giornata di campionato va ad espugnare in rimonta con la sua sorpredente Lazio uno Stadium che era immacolato dall'agosto del 2015, quando l'impresa era riuscita all'Udinese alla prima di campionato. Un match folle e ricco di emozioni quello vinto dai biancocelesti, spinti da un Immobile stratosferico (undicesimo gol in campionato e quindicesimo stagionale, più quello in azzurro contro Israele) e autore della seconda doppietta di fila ai campioni d'Italia, che forse inizieranno a rimpiangerlo un po' per averlo lasciato libero di andarsene qualche anno fa.
LE SCELTE - Eppure inizialmente Allegri decide di giocarsela diversamente da come fatto in Supercoppa: abbandona il 4-2-3-1 per rispolverare il 4-3-3 e inserire un centrocampista in più, con Bentancur regista tra Matuidi e il ritrovato Khedira, mentre in difesa Barzagli viene preferito a Rugani in coppia con Chiellini e i due terzini sono l’ex di turno Lichtsteiner e Asamoah. Panchina dunque per Alex Sandro, reduce dalle fatiche con il Brasile, come anche per il colombiano Cuadrado e un Dybala rimasto fuori anche nelle due gare di qualificazione giocate dall’Argentina: ai lati di Higuain nel tridente tocca così a Douglas Costa e all’indistruttibile Mandzukic, che già con la Croazia era sceso in campo nonostante un problema alal caviglia. Sull’altro fronte Inzaghi non tocca invece l’ormai collaudato 3-5-1-1, con Luis Alberto libero di muoversi tra Immobile e i mediani Parolo, Leiva e Milinkovic. Sugli esterni – con Basta e Lukaku out – tocca a Marusic e Lulic mentre in difesa davanti a Strakosha c’è il recuperato Bastos insieme a de Vrij e Radu.
SQUILLO DOUGLAS - La Juve prova subito a prendere in mano la gara, ma fatica a scardinare una Lazio compatta e ben messa in campo. Non resta così che provarci da lontano, ma la mira di Douglas Costa (10’) e di Matuidi (11’) è da registrare. Servirebbe un lampo per rompere l’equilibrio e arriva al 23’, quando Asamoah affonda sulla sinistra e serve a centro area Khedira che non ci pensa due volte e scarica un violento sinistro respinto da Strakosha, che non può però niente sul successivo tap-in ravvicinato di un Douglas Costa in posizione dubbia. Il brasiliano esulta mentre i laziali protestono, l’arbitro attende un minuto collegato con il Var e alla fine convalida.
Juventus-Lazio 1-2: numeri e statistiche del match
CIRO BUM-BUM – Si va al riposo con i campioni d’Italia avanti di un gol e una Lazio arrabbiata che torna in campo con un altro atteggiamento. Si riparte con gli stessi ventidue in campo e arriva subito il pari biancoceleste, con Luis Alberto che serve sulla corsa Immobile freddo nel battere Buffon. La reazione dei bianconeri è tanto immediata quanto feroce, ma Strakosha è fenomenale nel respingere di piede un rigore in movimento di un Higuain bravo a liberarsi in dribbling di de Vrij. La squadra di Inzaghi ha però lasciato ogni timore reverenziale negli spogliatoi e ora risponde colpo su colpo: al 52’ è Milinkovic a disegnare un corridoio per Immobile che ci si lancia prima di venire steso da Buffon. Per Mazzoleni è rigore e sul dischetto va lo stesso centravanti, che spiazza il compagno di Nazionale: 2-1 per la Lazio e gara ribaltata in otto minuti.
FINALE AL CARDIOPALMA - Continui ora i capovolgimenti di fronte e Allegri si gioca l’ultimo cambio al 72’: dentro Sturaro per Lichtsteiner mentre Inzaghi manda in campo Nani al posto di Luis Alberto (tuttaltro che contento) e tre minuti dopo anche Caicedo per Immobile. Doppia chance bianconera al 78’: prima Strakosha si salva in corner su tiro di Asamoah, poi Higuain si fa sorprendere e non sfrutta un ‘buco’ del titubante de Vrij su cross dello stesso ghanese. Passano i minuti e all’84’ arriva l’ultimo cambio biancoceleste, con Patric che rileva Lulic e la fascia da capitano che passa a Parolo. Più che col gioco Chiellini e compagni ci provano con l'orgoglio e con la forza, ma manca la lucidità e la Lazio arriva indenne fino al 90' quando Dybala al limite stoppa con il petto e calcia al volo di sinistro colpendo in pieno il palo. Nel recupero succede di tutto: prima la Lazio fallisce clamorosamente il tris in contropiede (Caicedo si fa ipnotizzare da Buffon), poi al 94' Patric sbaglia uno stop e stende Bernardeschi con un intervento scomposto: capannello intorno all'arbitro che si affida al Var e indica il dischetto. Dagli undici metri si presenta Dybala ma Strakosha indovina l'angolo e abbassa il sipario sul match: oggi la 'Joya' è tutta dei biancocelesti.