Il Genoa a caccia di conferme

In viaggio con Sky tra i 20 club del campionato di Serie A per scoprire il bello di ogni squadra. Dopo il pari di San Siro si riparte aspettando che tutti i nuovi siano arruolabili
Il Genoa a caccia di conferme© ANSA
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ROMA - Juric il perfezionista ha imparato a conoscere il Genoa. Troppe volte centrifugato in un vortice che pure chiama in causa le finestre di mercato. Con gli stravolgimenti è anche il caso di convivere, basta tenere la barra dritta. Così, meglio non fidarsi dei quattro punti consecutivi incasellati dopo la sosta: si procede con la legittima pretesa di ottenere altro da un autunno che rischiava di prendere strade tortuose che non avrebbero portato a nulla di costruttivo. Juric si adatta alla squadra, mettiamola così, sfruttando (note positive) e tamponando (eventuali criticità). Intanto verso la partitissima di domani - si celebra un turno infrasettimanale - il Genoa ha un Lapadula in più.

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POST-CHOLITO - Il dopo-Simeone dovrebbe cominciare da lui, che sta ancora decollando a margine dell'infortunio che lo ha frenato nella terza giornata. Che sia meglio non scherzare col fuoco, intanto, è la regola numero uno. Il Genoa ha appena imposto un pari al Milan, proverà a fare lo stesso domani sera col Napoli anche in nome di un risultato – lo 0-0 – sul quale si tenne inchiodato Sarri non più tardi di tredici mesi fa. Era un'altra notte di Marassi, collocata in turno infrasettimanale come stavolta. Magari porta bene. Ma è una stagione da vivere, proponendo soluzioni ottimistiche ed evitando situazioni negative.

PALESTRA BABY - Aspettando Pietro, a cui serve necessariamente tempo. Né poteva pensare che fosse un classe 2001 come Pietro Pellegri a salvare la baracca. E il baby goleador non si è tirato indietro: ha preso contatto con la serie A un anno fa, sotto Natale, concretizzando il sogno di esordire da titolare a cavallo tra la fine dello scorso campionato e l'inizio di questo. Lanciato dal primo minuto per tre volte di fila, contro Lazio e Inter il tridente del Genoa era costruito attorno a Pellegri. Che ha minacciato due volte Inzaghi, a metà settembre, in una serata da montagne russe per Juric. Da quando la squadra si è scoperta pronta per svoltare, il 3-5-2 come compagno di viaggio pare un sinonimo di solidità. Insieme con una difesa che ha ritrovato Izzo dopo la lunga squalifica e fatto di Rossettini e Zukanovic gli altri punti fermi.

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RIGONI REINTEGRATO - Così Pellegri ha tamponato per alcune partite l'emergenza creata dall'infortunio di Lapadula. Un guaio in fatto di gol – più di metà campionato, per adesso, il Genoa lo ha trascorso senza segnare – ma anche un rimescolamento degli interpreti alla ricerca della formula migliore. Laddove cambiare è anche segno di buonsenso. Chiedere a Luca Rigoni, per esempio. Uno che nel tridente di Juric, su precisa volontà dell'allenatore, viaggiava con disinvoltura fino a trovarsi bene anche dietro le punte. Ora il Genoa ha rinfoltito il centrocampo anche in termini di energia. In stand-by Eddy Salcedo, altro gioiello del 2001, accostato alle grandi insieme con Pellegri: affrettare i tempi, a questa età, non fa bene a nessuno. Aspettiamoli.

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