La grande lezione di Higuain

«Del sacrificio di Mandzukic si sa, ma quello del Pipita è stato ammirevole»
La grande lezione di Higuain© Juventus FC via Getty Images
Alessandro Vocalelli
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Gli impegni di Coppa Italia, poi Juventus-Roma. Non poteva esserci una settimana più elettrizzante, prima del Natale. Con Allegri e Di Francesco a giocarsi una partita dai mille motivi e in una posizione di classifica che non ammette errori. Anche perché il Napoli, tra la Sampdoria al San Paolo e la trasferta a Crotone, ha la possibilità di autodeterminare la sua voglia di conquistare lo scudetto d’inverno. Certo è che Juve-Roma mette di fronte due squadre completamente trasformate rispetto alle previsioni della vigilia. Di Francesco, si diceva, sarà una garanzia per il gioco offensivo e un rischio per la sua tenuta difensiva: il campo sta invece dimostrando che magari si fatica un po’ a far gol, ma lì dietro è un bunker. Allegri - si diceva - faticherà a riequilibrare la squadra dopo la partenza di Bonucci e l’arrivo di tanti calciatori d’attacco, da Bernardeschi a Douglas Costa. La Juve invece non incassa gol da sei partite e dalla squadra tutta fantasia dell’anno scorso si è trasformata in un blocco d’acciaio. Andando anche al di là del calo di condizione di Dybala, spedito un’altra volta in panchina. Una gestione indiscutibile, quella dell’allenatore, capace di trattare tutti allo stesso modo, valutando le potenzialità (e quelle di Dybala sono enormi) ma anche i disagi, per non attenersi a gerarchie prefissate. Già, nella Juve - come è sempre stato in questi anni - tutti devono dimostrare qualcosa più del loro valore: la voglia di combattere, di metterci la faccia e il piede. Nella trasferta di Bologna, pur senza segnare, è stata formidabile ad esempio la prestazione di Higuain, lontano dalla rappresentazione del centravanti d’area di rigore, in attesa del pallone da buttare dentro. Del sacrificio di Mandzukic si sa, ma quello del Pipita - facendo cento volte da sponda ai centrocampisti - è stato ammirevole. Da un calciatore così, capace di trasformare ogni pallone in oro, Allegri è riuscito a tirar fuori la risposta più plateale, chiara, ai disagi di Dybala. Qui devono tutti mettersi al servizio della squadra, dagli allenamenti alla partita. E’ stata questa la vera, folgorante, risposta bianconera a Bologna. Così Juve-Roma diventa un crocevia fondamentale per un campionato in cui è bene evitare - per non incorrere in grotteschi dietrofront - sentenze estreme. Su Sarri, ad esempio, si è sviluppato nelle ultime due settimane un dibattito surreale - a cui ci siamo volontariamente sottratti - su meriti che pure dovrebbero essere evidenti e a prova di qualsiasi piccola battuta d’arresto. E’ bastata la squillante vittoria di Torino, con un titolo di Campione d’inverno che si avvicina, per rimettere le cose a posto. Esattamente il contrario di quello che succede in casa dell’unica grande ad essere, diciamo così, coerente nei suoi disagi. Non è stato sufficiente il cambio di panchina, infatti, a restituire al Milan un po’ di serenità: la sconfitta contro la squadra di Pecchia è pesantissima. Il Milan è un’ottima squadra - non è una battuta - a cui però in questo momento non riesce nulla. Questione di fiducia, di tranquillità, di distrazioni, con il caso Donnarumma che è solo la punta dell’iceberg. Facile prendersela oggi con chi ha costruito la squadra: si può accettare da chi in estate aveva pubblicamente pronosticato un Milan da settimo-ottavo posto e può certificare quel suo pronostico. Chi sono? Quanti sono? La realtà, come detto, è che un gruppo già difficile da amalgamare, con tanti acquisti, rischia di sgretolarsi se ti viene a mancare la convinzione e la tranquillità. Il Milan deve convincersi, ed è questo il discorso che faremmo ai calciatori, che la stagione è ancora tutta da giocare. E l’Europa League e la Coppa Italia possono, parallelamente a un campionato da non mollare, rappresentare traguardi importantissimi, capaci addirittura di ribaltare il disfattismo che c’è in giro adesso. La giornata ha fatto registrare nel pomeriggio il pareggio della Fiorentina - peccato di gioventù per una squadra rifondata - e le vittorie preziosissime di Crotone e Sassuolo. Una soddisfazione legittima per Zenga e una svolta per Iachini, che si è andato a prendere anche gli applausi dei tifosi sampdoriani. Il turno è finito con un elettrizzante 3-3 tra Atalanta e Lazio. Bravissima la squadra di Inzaghi a recuperare prima il doppio svantaggio con una doppietta di Milinkovic-Savic e poi con una perla di Luis Alberto. Nel giorno in cui il Var ha lasciato ancora a desiderare, non si può sottovalutare il fatto che la Lazio abbia pagato ancora gli errori di Giacomelli in Lazio-Torino. In una sfida come quella di ieri sera a Bergamo, con le due squadre spesso a campo aperto, Immobile sarebbe stato devastante. Ecco i danni conseguenti a un rigore netto non dato e che per presunzione non è stato verificato al monitor. La discrezionalità, male atavico, purtroppo esiste ancora. 


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