Serie A, gli esordi dei campioni: dai campi di cemento all'Europa

Uefa.com intervista sei calciatori del nostro campionato, uno per ogni squadra partecipante alla Champions League e all'Europa League
Serie A, gli esordi dei campioni: dai campi di cemento all'Europa

ROMA - Per arrivare a giocare in Serie A tutto deve aver avuto necessariamente un inizio. Uefa.com si è posto questo quesito: «Da dove sono partiti i nostri beniamini? Come hanno trascorso la loro infanzia e la loro giovinezza?». E tali domande sono state rivolte a sei calciatori del nostro campionato che oggi partecipano con le loro squadre alle competizioni europee: Juventus, Napoli, Roma, Lazio, Milan e Atalanta. Dai provini delle prime scuole calcio, ai tornei con gli amici sotto casa, alle ginocchia sbucciate dai campi in cemento: ecco le storie di tutti i giorni.


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JUVENTUS - Apriamo con il difensore della Juventus, Giorgio Chiellini: «All'asilo il mio migliore amico giocava a basket. Io avrei voluto fare lo stesso per stare con lui, ma il corso di pallacanestro non era aperto ai bambini di 5 anni. Io e mio fratello gemello venimmo invece accettati alla scuola calcio e lì è iniziata la storia che mi ha portato fino a qui. Per me il massimo era buttarmi nel fango, aspettare con gioia gli allenamenti quando pioveva. Non vedevo l'ora di andarmi a buttare nelle pozze d'acqua per poi tornare a casa e lasciare a mia nonna la borsa piena di mota, cioé di fango come lo chiamiamo noi a Livorno. Questi sono i ricordi indelebili dei miei primi anni di calcio».


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ROMA - Per la Roma parla il centrocampista Radja Nainggolan: «Ho avuto un passato difficile, con amicizie particolari e non tutte giuste. Crescendo tutti maturiamo, quelle sono state esperienze che mi hanno aiutato a diventare una persona più forte e a capire che nella vita si può anche sbagliare. A scuola non andavo benissimo e la mia fortuna è stata poter venire in Italia a giocare a calcio. Questa è stata la mia salvezza e allo stesso tempo un'esperienza di vita nuova. Lasciare la mia città non è stato facile e dopo sei mesi avrei voluto tornare a casa. Invece sono rimasto e alla fine è stata la scelta giusta».


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NAPOLI - Partenopeo doc, Lorenzo Insigne: «Da piccolo ho fatto vari provini con diverse squadre, ma venivo sempre scartato perché mi dicevano che ero bravo, ma troppo basso. A un certo punto ho pensato di smettere con il calcio, perché ricevevo sempre la stessa risposta. Invece, continuando nella scuola calcio dove sono cresciuto, alla fine ottenni un provino con il Napoli e da allora indosso questa maglia. Giocare con il Napoli, in questo stadio, era il mio sogno fin da bambino e sono risucito a realizzarlo. Ed è per questo che indosso la maglia del azzurra con orgoglio ovunque io vada».


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LAZIO - Il bomber della sua squadra e capocannoniere del campionato Ciro Immobile: «Sono una persona umile e socievole, cerco sempre di dare tutto sia in campo che fuori. I miei idoli da ragazzo erano Del Piero e Trezeguet, quando formavano una coppia fantastica alla Juventus. Successivamente ho avuto la fortuna di giocare al fianco di Del Piero e ho cercato di imparare tutto da lui, perché oltre ad essere un grande calciatore è anche una persona eccezionale».


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MILAN - Si è sempre dichiarato tifoso del Milan ed è il suo portiere, Gianlugi Donnarumma: «Ho iniziato a giocare su un campetto di terra battuta e ogni parata era una botta. Anche questo mi ha aiutato molto a crescere. Fin da bambino io sono semrpe stato tifoso del Milan e l'ho sempre seguito in televisione. Ogni partita era una specie di guerra a casa... se sbagliavano un rigore mi mettevo a piangere e facevo dei disastri. Mia madre è napoletana, quindi quando c'era Milan - Napoli a casa mia davamo spettacolo!».


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ATALANTA - Esploso a Bergamo e ancor di più sui social con la sua "Papu Dance", Alejandro Gomez: «Quando ho iniziato col calcio il mio unico obiettivo era quello di approdare nel massimo campionato argentino con la squadra della mia città. Soltanto dopo ho capito che volevo giocare in contesti più competitivi e ho iniziato ad avere "fame" di un calcio giocato a livelli diversi. Non ho mai avuto dubbi sulle mie qualità, ho debuttato in prima squadra a 17 anni, ma facevo parte della rosa già a 15 e il calcio è sempre stato il mio sogno. Ho lottato per arrivare ai massimi livelli e posso dire di essermi preparato per tutta la vita».


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ROMA - Per arrivare a giocare in Serie A tutto deve aver avuto necessariamente un inizio. Uefa.com si è posto questo quesito: «Da dove sono partiti i nostri beniamini? Come hanno trascorso la loro infanzia e la loro giovinezza?». E tali domande sono state rivolte a sei calciatori del nostro campionato che oggi partecipano con le loro squadre alle competizioni europee: Juventus, Napoli, Roma, Lazio, Milan e Atalanta. Dai provini delle prime scuole calcio, ai tornei con gli amici sotto casa, alle ginocchia sbucciate dai campi in cemento: ecco le storie di tutti i giorni.


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