Se gli arbitri sbagliano anche con la moviola

L'editoriale del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Se gli arbitri sbagliano anche con la moviola© @ Marco Rosi / Fotonotizia
Alessandro Vocalelli
4 min

ROMA - Gli arbitri che decidono, sbagliando, senza consultare il Var. Gli arbitri che sbagliano, continuano a sbagliare, dopo aver visto il Var. Il Var che non si accorge di un clamoroso gol di braccio in Milan-Lazio. Succede di tutto nella domenica più nera per gli arbitri e per i loro assistenti alla moviola. Complimenti a Gattuso che, senza giri di parole, ammette e sottolinea il colpo di braccio di Cutrone in occasione del primo gol, quello che fa sterzare la partita. Incredibile che - non sul campo e con l’adrenalina a mille - ma al caldo di una cabina di regìa, nessuno si accorga di un tocco chiaramente irregolare. Non siamo al livello della mano di Maradona, ma non siamo neanche più a quei tempi, quando non esisteva uno spiegamento di forze davanti ai monitor. Fatto sta che il Milan, per la verità rigenerato dalla cura Gattuso, si ritrova a festeggiare e la Lazio ancora una volta ad arrabbiarsi. Dopo Giacomelli, stavolta tocca all’arbitro Irrati e a Rocchi (l’uomo che ci rappresenterà ai Mondiali) certificare un altro danno a Inzaghi e alla sua squadra. Proteste ci sono state anche al San Paolo, dove Donadoni ha perso la sua calma abituale. Sotto accusa il leggero tocco su Callejon, punito con un calcio di rigore. In questo caso, almeno, c’è la possibilità che l’arbitro abbia calcolato male l’intensità del tocco, lasciandosi un po’ suggestionare. Ne ha approfittato Mertens per segnare su rigore, prima di ripetersi stavolta su azione, con uno strepitoso tiro a giro. Certo è che, tra tocchi di mano ed episodi molto al limite, il campionato si sta infiammando al vertice, dove c’è un ping-pong continuo di proteste. Non tanto per gli episodi propri, ma per la mancata punizione dell’avversario di riferimento. Non ha motivo di distrarsi con gli arbitri, invece l’Inter. Che riesce a complicarsi la vita anche da sola. Stavolta è stata la Spal a raggiungere in extremis il pareggio, impedendo a Spalletti di centrare un successo che manca ormai da sette giornate, a cui bisogna aggiungere anche l’eliminazione dalla Coppa Italia. In queste sette partite di campionato, l’Inter ha ottenuto appena cinque pareggi, più due sconfitte, segnando la miseria di quattro gol. Troppo poco per una squadra che magari bisognerà anche rinforzare ulteriormente a centrocampo, ma davanti ha gente come Icardi, Perisic, Candreva e non a caso nei primi tre mesi di campionato sembrava addirittura in grado di tenere il passo delle prime. Insomma il mercato è o può essere una scorciatoia, ma nel frattempo sarebbe il caso di capire come si può e si deve migliorare. La Roma non solo non ha approfittato dei risultati delle concorrenti, ma in serata è riuscita persino a celebrare definitivamente la sua crisi, battuta dalla Samp, che in dieci partite lontano da Marassi aveva messo insieme appena cinque punti. E’ riuscita a vincere in casa della Roma, che nelle ultime sei partite è addirittura terzultima in classifica. Un disastro che coinvolge tutti. Di Francesco ci ha messo molto nelle scelte ed è incomprensibile la sostituzione di Pellegrini - il migliore insieme ad Alisson - per lanciare la solita batteria di attaccanti. Ma non c’è dubbio che il clima mercato che coinvolge la Roma si sia fatto sentire. Dzeko stavolta è stato impalpabile. Fatto sta che una squadra convinta di poter essere protagonista ad alti livelli è invece malinconicamente quinta, con la stessa Samp a quattro punti e il Milan a sette. Nella domenica nera per gli arbitri, non sono mancati errori clamorosi anche in Crotone-Cagliari ed è esplosa la protesta a Firenze, per una squadra che aveva dato segnali di crescita improvvisamente e clamorosamente interrotti. Nelle ultime dodici partite la squadra di Pioli ne ha vinte appena due, contro Cagliari e Sassuolo, e il tracollo con il Verona ha fatto infuriare il pubblico. Per una partita che, giustamente, Pioli ha definito addirittura "non commentabile". Come dire: non ci sono parole.

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