Che sfida Juventus e Napoli: possono arrivare a cento punti

Un duello mai visto, un testa a testa che adesso ci proietta verso i cento punti non solo per una delle due contendenti bensì per entrambe
Che sfida Juventus e Napoli: possono arrivare a cento punti© Getty Images
Alberto Dalla Palma
5 min

ROMA - Pensate a cosa ci aspetta da qui al 15 aprile, quando Napoli e Juve si giocheranno lo scudetto nello scontro diretto a Torino: un duello mai visto, un testa a testa che adesso ci proietta verso i cento punti non solo per una delle due contendenti bensì per entrambe. Sarebbe un evento epocale: nel 2014 la Juve di Conte vinse il campionato con 102 punti ma la Roma, che si piazzò seconda, ne fece 85 che sono tantissimi eppure sembrarono pochi.

Adesso Sarri e Allegri si rispondono a suon di vittorie e gol, una dopo l’altra, a prescindere da chi giochi prima e da chi sia invece costretto a rincorrere. Il tecnico bianconero è arrivato a 10 successi consecutivi, compresi tre appuntamenti di Coppa Italia, e ieri ha fatto sette gol al Sassuolo che nonostante i suoi gioielli valutati decine di milioni sembrava solo una squadra di giovani dilettanti: considerando che mancavano Dybala, Cuadrado e Douglas Costa, la prestazione della Juve va considerata straordinaria. Due gol li ha fatti il Napoli a Benevento, mantenendo il punto di vantaggio: in un clima difficilissimo e contro una squadra rinnovata e rinforzata, Sarri ha fatto più fatica del previsto ma non ha mai rischiato di fallire l’obiettivo.
Tra venerdì e sabato, due anticipi da brividi: la Juve andrà a Firenze, gli azzurri affronteranno la Lazio al San Paolo e poi riprenderanno le Coppe. Il Napoli, che ha una rosa più corta, dovrà avere la forza di affrontare l’Europa League anche con le seconde scelte: gli impegni internazionali potrebbero incidere sullo sprint scudetto. Nella corsa a un posto in Champions, in attesa che la Lazio affronti questa sera il Genoa senza Lulic e Milinkovic Savic ma con Immobile e Luis Alberto, la Roma ha recuperato due punti sull’Inter, dove sono iniziati i consueti processi interni. Un crollo del genere era già andato in onda nel corso del Mancini bis: primo nel girone di andata, il principale candidato alla panchina della Nazionale crollò a gennaio, più o meno come sta accadendo a Spalletti. Considerando il valore dei due allenatori in questione, ci deve proprio essere qualcosa che non funziona nell’Inter, a prescindere da chi la gestisce.

La marcia della Roma, invece, è ripresa ieri a Verona, grazie al gol fulmineo di Ünder, giovane talento turco che sembra pronto per diventare un grande protagonista del campionato, tanto che Di Francesco lo sta riproponendo spesso al posto di Perotti, uno che sembrava davvero intoccabile. Erano cinquanta giorni che la squadra giallorossa non vinceva e non prendeva gol: un segnale di ripresa, di confortante ripartenza dopo un periodo buio. Non è stata spettacolare la Roma, ma dopo l’espulsione di Pellegrini era difficile fare di più. Anzi, Di Francesco non ha mai abbassato il baricentro e ha cercato addirittura di fare dei cambi offensivi più che difensivi. Come dire: siamo in dieci ma il nostro atteggiamento non deve cambiare.

Ancora un piccolo passo del Milan verso la zona europea, che prima dell’arrivo di Gattuso sembrava un miraggio. Un pareggio a Udine, conquistato nonostante l’espulsione di Calabria e la grande ripresa friulana, non può essere disprezzato. Resta incomprensibile l’ennesima rinuncia a baby Cutrone, un demonio dell’area di rigore proveniente a costo zero dal settore giovanile. Kalinic e André Silva hanno... il vantaggio rispetto al rivale di essere costati una settantina di milioni che il club e l’allenatore, evidentemente, stanno cercando di non svalutare. Il derby dell’Appennino tra Bologna e Fiorentina, macchiato dalle papere dei due portieri, è stato illuminato dallo splendido gol di Chiesa. Se questo straordinario figlio d’arte trovasse un po’ di continuità, i viola potrebbero cercare di risalire in zona Europa. Dalla figuraccia con il Verona, al colpaccio del Dall’Ara: la squadra viola sembra ondivaga come il suo campioncino.

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