Lazio, Inter, Roma: volata Champions. Cosa va e cosa non va

Analizziamo il momento delle tre candidate alla qualificazione in Coppa
Lazio, Inter, Roma: volata Champions. Cosa va e cosa non va

ROMA - La corsa per la qualificazione in Champions League sta entrando sempre più nel vivo. Lazio, Inter e Roma si contendono due posti e sono racchiuse nel giro di due punti: la squadra di Inzaghi è a 46, quella di Spalletti a 45 e quella di Di Francesco a 44. Ecco cosa va e cosa non va in ognuna.

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LAZIO: LA SALDEZZA DEL GRUPPO, NODI FELIPE-NANI
(di Daniele Rindone)

COSA VA
La saldezza del gruppo è stata alla base dell’exploit della Lazio. Inzaghi ha riportato serenità nello spogliatoio sin dal suo arrivo. E la serenità è stata mantenuta nel corso di questi due anni. La Lazio è diventata la squadra copertina perché ha giocato in armonia, perché si è espressa come un’orchestra. Inzaghi ha cementato un gruppo disunito ed è riuscito a tenerlo insieme nei momenti più scorbutici grazie ad una comunione di poderosi sensi. Oggi la Lazio vive un momento difficile e deve superarlo restando compatta.

COSA NON VA
Nani e Felipe, da valori aggiunti, da risorse, sono diventati un problema giocando poco. Nel 3-5-2 non c’è spazio per le ali, sono valorizzati i “quinti” del centrocampo, così li definisce Inzaghi. Nani e Felipe andrebbero sfruttati diversamente per valorizzarli e renderli un’arma in più. La Lazio, perdendo col Genoa, ha inanellato la seconda sconfitta nelle ultime 3 partite, non era mai accaduto prima. Era reduce da un percorso netto di vittorie. Va registrata la difesa, sta incassando troppe reti.


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INTER, LA SOLIDITÀ DIFENSIVA. MANCA UN ALTRO... ICARDI
(di Andrea Ramazzotti)

COSA VA
Giudicando le ultime 8 partite verrebbe da dire poco o niente. In realtà l’Inter resta in possesso di un grande attaccante come Icardi, che domenica tornerà titolare, e di una solidità difensiva che le ha permesso di limitare i danni anche in questi 2 mesi durante i quali la produzione offensiva è drasticamente calata. Skriniar e Miranda in mezzo sono una certezza e adesso è rientrato dall’infortunio anche D’Ambrosio. Una mano a Spalletti può arrivare dal mercato di gennaio visto che Rafinha è quasi pronto: l’ex Barcellona può recitare un ruolo molto importante e magari sarà titolare già contro il Bologna.

COSA NON VA
A livello mentale l’Inter si è confermata fragile esattamente come le passate stagioni. Sono bastate le prime difficoltà per far sciogliere la squadra che non segna più e rispetto allo scorso autunno fatica a creare occasioni. Manca un bomber alternativo a Icardi e gli esterni offensivi (Candreva e Perisic) stanno attraversando un momento negativo. Difficoltà anche in mezzo con la manovra che non è fluida complice l’assenza di un “vero” regista.


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ROMA, IL RITORNO ALLA VITTORIA E IL GOL DIFFICILE
(di Roberto Maida)

COSA VA
Non molto. La classifica fa sperare dopo l’ultimo turno, che ha sorprendentemente consentito alla Roma di recuperare su tutt’e due le avversarie per la Champions. In più la vittoria della Roma ha riportato tranquillità al gruppo. L’imminente rientro di giocatori importanti come De Rossi e Schick potrebbe consentire a Di Francesco di utilizzare forze fresche e di qualità in una seconda parte di stagione comunque complicata.

COSA NON VA
La squadra esprime un gioco di qualità soltanto a sprazzi e in ogni caso non segna quasi mai: nelle ultime 7 giornate ha il 6 per cento di efficienza realizzativa in relazione ai tiri tentati. E anche la fase difensiva, che ha ripreso a funzionare soltanto a Verona, non lascia completamente tranquilli i tifosi. Prima dell’1-0 del Bentegodi la squadra aveva sempre incassato gol nelle precedenti 7 partite, inclusa la Coppa Italia. Infine i continui problemi di infortuni (contro il Benevento potrebbero essere disponibili solo 12 giocatori più Alisson) generano agitazione nel gruppo.


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ROMA - La corsa per la qualificazione in Champions League sta entrando sempre più nel vivo. Lazio, Inter e Roma si contendono due posti e sono racchiuse nel giro di due punti: la squadra di Inzaghi è a 46, quella di Spalletti a 45 e quella di Di Francesco a 44. Ecco cosa va e cosa non va in ognuna.

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