Lo scudetto più combattuto stavolta si vince... di mercoledì

Il più bel duello che si sia visto in Italia negli ultimi anni - roba da far rivivere le grandi sfide tra Real e Barça - va avanti a colpi da record
Lo scudetto più combattuto stavolta si vince... di mercoledì
Alessandro Vocalelli
4 min

Il più bel duello che si sia visto in Italia negli ultimi anni - roba da far rivivere le grandi sfide tra Real e Barça - va avanti a colpi da record. Solo l’Inter, undici anni fa, era riuscita far più dei 66 punti del Napoli dopo 25 giornate. E nessuno è stato capace, da seconda in classifica, di metterne insieme 65. Insomma, una lunga volata senza precedenti, tra due squadre che - tra mille differenze - trovano anche il modo di assomigliarsi. Ad esempio come è successo ieri, con la Juve che all’ora di pranzo si è trovata nella necessità di presentare - così come il Napoli - una prima linea senza centravanti di riferimento. È diventata un’abitudine per Sarri, che ha trasformato un esterno come Mertens in un centravanti pazzesco; è stata una necessità per Allegri che - fuori prima Mandzukic per influenza e poi Higuain per infortunio - ha disegnato un attacco con Douglas Costa centrale e due esterni come Bernardeschi e Alex Sandro. Non è un caso però che la rete sia arrivata proprio da un’iniziativa di Bernardeschi e da un appoggio sotto porta dello stesso Alex Sandro, perché la consegna era quella di stringere il più possibile il campo. Così come non è stato assolutamente casuale la rete di Allan che nel pomeriggio ha risposto al San Paolo: quando gli spazi si chiudono, bisogna provarci con un tiki taka sempre più spinto. Così il centrocampista di Sarri è entrato nell’area della Spal e soprattutto ha spazzato qualsiasi dubbio da dopo partita col Lipsia.

Napoli e Juve insomma si specchiano nelle loro assolute differenze, di modulo, di gioco, così come sono differenti gli allenatori. Da una parte il geniale inventore Allegri, che cerca sempre di trovare una soluzione diversa. Dall’altra il super studioso Sarri, che non lascia niente all’improvvisazione. Mi dicevano, proprio in questi giorni, della cura con cui - in allenamento - il tecnico fa provare dieci, cento, volte un movimento tra difensore e centrocampista. Un metro di differenza nello svolgimento e la lezione si ripete fino a che non è andata a memoria. Due grandi allenatori, Allegri e Sarri, che si rincorrono anche nelle dichiarazioni, perché lo scudetto passa attraverso una sottile strategia nei botta e risposta dialettici. La voglia del Napoli, secondo l’interpretazione di Allegri, rischia perciò di diventare un’ossessione; per Sarri è invece soltanto adrenalina pura, che darà i suoi succosissimi frutti.

Lo slalom parallelo dunque continua e la sensazione - impegni internazionali a parte e tutti da scrivere - è che lo scudetto si vincerà di mercoledì. Già, di mercoledì. Perché bisogna guardare e studiare attentamente il calendario per immaginare dove si potrà consumare la sfida. Tutte le settimane sono importanti - ad esempio quella del 3 marzo, con il Napoli contro la Roma e la Juve in casa della Lazio - ma la settimana forse più importante sarà quella che porterà allo scontro diretto del 22 aprile. La settimana, l’unica settimana, con tre impegni di campionato in otto giorni. Prima Milan-Napoli e Juve-Samp, poi l’ultimo infrasettimanale con Udinese e Crotone, quindi la partita delle partite all’Allianz Stadium. Insomma, allo scontro diretto si arriverà, come detto, nell’unica settimana in cui bisognerà fare gli straordinari in campionato e capire chi ha le carte migliori - tecniche ed atletiche - ancora da giocare. Anche se, almeno a giudicarlo ora, il campionato non finirà quasi certamente con lo scontro diretto. Resterebbero, resteranno, comunque altri quattro turni, un po’ più in discesa per il Napoli rispetto alla Juve, ma comunque impegnativi. Sarri dovrà andare a Firenze e a Genova contro la Samp, la Juve a San Siro contro l’Inter e all’Olimpico contro la Roma. E, soprattutto, si presenterà contro la Roma nella settimana in cui quasi certamente (semifinale con l’Atalanta permettendo) giocherà all’Olimpico anche la finale di Coppa Italia, mercoledì 9 maggio, contro Lazio o Milan. Darà, in quel caso, precedenza di formazione alla Coppa Italia o a una tappa importante nella corsa scudetto? Insomma, contano - eccome se contano - le scelte che verranno fatte nelle settimane più impegnative e affollate.


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