Il sorpasso di Allegri, le speranze di Sarri

La matematica non condanna ancora il Napoli, che a questo punto dovrà vincere le ultime dieci partite della stagione, compreso naturalmente lo scontro diretto del 22 aprile a Torino. E non sarà sufficiente, se la Juventus dovesse battere anche l’Atalanta mercoledì prossimo
Il sorpasso di Allegri, le speranze di Sarri
Alberto Dalla Palma
5 min

C'è uno scudetto in ballo tra Napoli e Juve, ci sono due posti in Champions tra Roma, Inter e Lazio (ma occhio al Milan), ci saranno una finale di Coppa Italia e ancora un paio di retrocessioni da evitare ma vorremmo che tutti questi interessi non cancellassero la lezione che Davide Astori ha dato ad un mondo che in troppi definivano avaro di sentimenti e ricco solo di veleni. A Firenze, ieri come nel corso di una settimana drammatica, le emozioni sono state travolgenti, uniche e purtroppo indimenticabili: in uno stadio dipinto di viola, è esploso l’amore per un ragazzo che non c’è più ma che resterà per sempre nei nostri cuori con la sua delicata lezione di vita. Nel nome di Davide, con lealtà e rispetto, Sarri e Allegri si contenderanno un titolo mai così in bilico anche se questo week end ha dato una bella spallata al sogno del Napoli: la Juve, con la doppietta di Dybala, già decisivo a Londra, è andata in testa con un punto di vantaggio e mercoledì potrà recuperare la sfida con l’Atalanta. Un potenziale più 4, in teoria, perché Sarri dopo aver perso al San Paolo contro la Roma non è riuscito a battere l’Inter a Milano. Un solo punto in due partite: il Napoli ha rallentato il passo e Allegri ne ha subito approfittato sfruttando una rosa straordinaria, costruita proprio per restare in corsa su tutti i fronti per nove mesi.

Ma la matematica non condanna ancora la squadra azzurra, che a questo punto dovrà vincere le ultime dieci partite della stagione, compreso naturalmente lo scontro diretto del 22 aprile a Torino. E non sarà sufficiente, se i bianconeri dovessero battere anche l’Atalanta mercoledì prossimo. Il Napoli le ha provate tutte per battere l’Inter, ha chiesto aiuto anche a Milik, ma Spalletti è riuscito a chiudere tutti i varchi del tiki taka azzurro mettendo, in certe fasi della sfida, in grande difficoltà i rivali. Nella lotta per un posto in Champions, intanto, la Lazio fa solo un piccolo passo, grazie ad uno straordinario gol di Immobile: colpo di tacco e pallonetto, una delizia di cui sarebbe geloso anche uno come Roberto Mancini, che di tacco aveva dipinto tutta la sua carriera. Ma a Cagliari è avvenuto qualcosa di davvero sconcertante, che ha scatenato la rabbia biancoceleste: l’arbitro Guida, infatti, non ha concesso un rigore colossale, sempre su Immobile, causato da Ceppitelli e Barella. Un colpo a testa all’attaccante, il direttore di gara a un passo e il silenzio assoluto. Nemmeno Gavillucci, nel suo ruolo di capo Var, ha avuto un sussulto, l’istinto di andare a vedere la tv: davvero strano, perché quando Luiz Felipe ha ostacolato Pavoletti davanti a Strakosha, l’intervento, grazie al video, è stato regolarmente segnalato e sanzionato con un rigore. Pensate che il signor Guida, ad un paio di metri dallo scontro, non si era accorto di niente e aveva fatto cenno di continuare. In attesa che Nicchi ci venga a raccontare che va tutto bene, che il Var non sbaglia mai e che Guida è un fenomeno da riproporre (purtroppo) anche la prossima giornata, c’è da chiedersi come siano stati addestrati gli arbitri che devono correggere gli errori di chi gestisce la partita sul campo. In questo caso, perché Gavillucci non ha segnalato al collega il suo imperdonabile errore? La Lazio, evidentemente, è particolarmente sfortunata con gli arbitri e con il Var (il caso Immobile contro il Torino e il caso Caicedo contro la Fiorentina sono nella memoria dei biancocelesti), ma ha lo stesso diritto degli altri club: quello del rispetto. Un posto in Champions vale dai 20 ai 40 milioni e non può dipendere dagli errori di Guida, che di due rigori non ne ha visto neanche uno, e di un assistente, Gavillucci, che non segnala le mancanze del collega.

Alla lotta per il quarto posto si avvicina prepotentemente anche il Milan: con il primo gol in campionato di André Silva, all’ultimo secondo a Marassi contro il Genoa, Gattuso fa un altro balzo in avanti. Considerando che deve ancora recuperare il derby, la squadra rossonera può potenzialmente rientrare tra le candidate alla Champions. Ormai la difesa del Milan è diventata un bunker e questo è un bel vantaggio considerando che, per esempio, la Lazio subisce in media due gol a partita. Una corsa davvero spettacolare, quella per i posti nelle Coppe, e molto appassionante anche la battaglia che si è accesa in fondo alla classifica, dove il Crotone ha fatto un bel salto in alto con la vittoria contro la Samp. Speriamo che gli arbitri non facciano altri danni da qui alla fine del torneo e, soprattutto, che il Var entri in azione per correggere eventuali nefandezze. Ma sempre, in ogni occasione dubbia e su tutti i campi, non a scelta: se continuassero con la regola «una volta sì e una volta no» (come a Cagliari) rischierebbero solo di raddoppiare gli errori di chi dirige in campo e di alimentare sospetti che nessuno vorrebbe avere.


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