NAPOLI - Ma adesso se la giocano (quasi) alla pari: uno contro l’altro, amichevolmente, «armati». A volte basta veramente poco, anche una mezz'ora (recupero compreso) per accorgersi che qualcosa sta cambiando: e in quei trenta minuti, Milik ci ha infilato dentro una girata al volo (strozzatagli da Consiglio), una rovesciata plastica, cinematografica e pure sfortunata (che è finita sulla traversa), un tap in, un colpo di testa, un fisico bestiale. E Mertens, che era lì prima e poi in panchina, se ne sarà accorto che è cominciata una lunghissima sfida - otto domeniche non sono poi da buttare - per provare a tenersi una maglia da centravanti che è per due.
RIECCOLO Milik è uscito definitivamente dal tunnel, s’è impossessato del ruolo e delle scorie di una gara che da sporca è diventata terribile, perché in quel momento il campionato ha sterzato (quasi) definitivamente verso Torino: certo, ora c’è una partita in meno e il rimpianto di aver sprecato una occasione rimane, ma ci sarà l’orgoglio di far vibrare questa stagione fin quando sarà possibile e per riuscirci il Napoli s’accorge di avere un bomber con pieno titolo.