Serie A, il presidente dell'Aia Nicchi: «Noi minacciati con pallottole»

Gli arbitri sul piede di guerra: c'è il rischio astensione
Serie A, il presidente dell'Aia Nicchi: «Noi minacciati con pallottole»© ANSA
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ROMA - Venti di "sciopero" soffiano sulla Serie A. E stavolta sul piede di guerra non ci sono i tifosi o i calciatori, ma quell'elemento indispensabile al regolare svolgimento della partita: gli arbitri. In realtà parlare di sciopero per una categoria considerata di "non professionisti" non è corretto da un punto di vista semantico. Ma un'astensione dall'attività nel prossimo week end di campionato, quello del 14-15 aprile (32esima giornata), non è un'ipotesi così lontana. Motivo? Ce ne sono diversi. Alle problematiche storiche (mancati rimborsi per le categorie inferiori, aggressioni) quest'anno si è aggiunto il complicato rapporto con l'utilizzo del Var, o meglio, i tanti (troppi) malumori manifestati dagli allenatori per gli episodi più controversi. Nessuno ha messo in dubbio che l'introduzione della tecnologia sia un bene per il calcio, ma in molti, tra gli addetti ai lavori, hanno sottavalutato che mancando una storicità dell'utilizzo del mezzo, ci si sarebbe dovuti ancora affidare alla discrezionalità del direttore di gara. E' questo che la categoria vuole ribadire: la centralità del ruolo.

CLASS ACTION - A far salire la tensione nei rapporti tra arbitri e il mondo del calcio, anche l'iniziativa di alcuni tifosi della Lazio, che nelle scorse settimane hanno presentato una class action per le decisioni prese dal signor Giacomelli in Lazio-Torino (rigore non concesso ed espulsione di Immobile), partita persa dai biancocelesti.

ELEZIONI - Alle 14.00 è iniziata la conferenza stampa del presidente dell'Aia Marcello Nicchi. All'ordine del giorno temi molto caldi. Alcuni riguardano in particolare la politica. Secondo alcune indiscrezioni è emerso che l'Aia potrebbbe perdere il 2% che le consente di votare alle elezioni Federali, in favore della Lega di Serie A. Una perdita di potere inaccettabile per gli arbitri, che oggi si aspettano delle risposte concrete da parte dei propri vertici. Unico modo per evitare l'astensione dall'attività nella prossima giornata di campionato. Le prime dichiarazioni del presidente sono scioccanti.

NICCHI: «AIA MINACCIATA CON PALLOTTOLE» - «Nella sede dell'Aia sono arrivati plichi con pallottole indirizzati al sottoscritto, al vicepresidente e a Rizzoli: abbiamo informato la Digos e il Viminale». Lo ha detto Marcello Nicchi nella conferenza stampa convocata a Roma. «Ci sono tesserati della Federcalcio che parlano di malafede della classe arbitrale: non ho sentito una parola da parte di nessuno - ha dichiarato Nicchi - Un giornalista ha anche dichiarato in una trasmissione: "In guerra si va sparando, bisogna sparare agli arbitri". Lo abbiamo denunciato e seguiremo gli sviluppi della vicenda, ma a seguito di questo episodio abbiamo ricevuto plichi con pallottole». 

«GRAVE ARBITRI IN TRIBUNALE» - «L'arbitro Di Bello, che ieri ha arbitrato benissimo Milan-Inter, dovrà comparire in tribunale davanti al giudice di pace. Per non aver dato un calcio di rigore è stato convocato dall'associazione dei consumatori: questa è una cosa gravissimaVi risulta che un giocatore di Serie A, oppure Ronaldo o Messi vengano convocati da un tribunale? E' una cosa gravissima - ha sottolineato Nicchi nella conferenza stampa convocata a Roma - Come facciamo a mandare ad arbitrare un ragazzo sapendo che potrebbe subire questa sorte? Tra l'altro di recente si sono tenuti anche sit-in e non c'è stata una parola da parte di nessuno».

«VAR IN B? ANCORA NO» - «Può darsi che ci sia qualcosa da perfezionare, come tutte le cose nuove, ma l'avvento della Var distingue il nostro calcio e fa giustizia. Siamo stati bravi a introdurre questo strumento: se strada facendo tutti si adeguano, vuol dire che è un mezzo interessante». «Var anche in Serie B? Per il momento no, non è una cosa che si decide dall'oggi al domani, ma deve essere autorizzata dal protocollo - ha sottolineato Nicchi - Bisognerebbe modificare l'organigramma degli arbitri e c'è anche il problema di organizzare gli stadi: non è una cosa semplice, dobbiamo valutare se siamo in grado di poterlo fare con standard altissimi, altrimenti si rischia di buttare a mare il lavoro fatto finora».

«VIOLENZA SUGLI ARBITRI SEMPRE PIU' COMUNE» - «Quello della violenza sugli arbitri è un problema che non può essere sottovalutato. Anche quest'anno circa 300 arbitri hanno subito violenze di cui 100 hanno subito botte gravi con necessità di assistenza al pronto soccorso fino al ricovero», ha poi concluso Nicchi.

 


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