Lazio e Roma, un derby da Capitale del calcio

Lazio e Roma, un derby da Capitale del calcio© LaPresse
Patrizio Cacciari
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ROMA - Non brillerà per pulizia, manutenzione delle strade e qualità della vita, ma in questa fase storica Roma è l'unica città italiana a far bella mostra di due realtà calcistiche in piena corsa per l'Europa che conta in campionato e ai quarti di finale nei rispettivi impegni in Champions ed Europa League. Roma come Manchester, Roma come Madrid, Roma come la Milano che fu? Non ancora, ma il sogno, l'obiettivo dovrebbe essere quello. Panem et circences, dicevano gli Antichi Romani. Bene, dateceli. Ne abbiamo bisogno. 

TERZO POSTO - Con la vittoria di Udine la Lazio agguanta la Roma al terzo posto in classifica (60 pt) e apre la settimana del derby, in programma domenica 15 aprile alle ore 20.45, aumentandone il carico di adrenalina che era già a livelli da record. Martedì i giallorossi proveranno l'impossibile contro il Barça dell'extraterrestre Messi. Difficile che Di Francesco riesca a ribaltare lo sfortunato 4-1 del Camp Nou, l'obiettivo sarà quello di uscire a testa alta da una competizione giocata da protagonista, contro avversari più esperti e dal blasone superiore. La Lazio giovedì invece affronterà il Salisburgo forte di un 4-2 che la proietta già in semifinale. Arrivati a questo punto sognare la finale di Lione diventa un dovere. Simone Inzaghi ha proposto un ottimo calcio per tutta la stagione, la sua Lazio è una macchina da gol (75 reti solo in campionato) trascinata da Ciro Immobile, addirittura in corsa per la Scarpa d'Oro contro mostri sacri del calibro di Messi, Salah e Kane. Il percorso di crescita non si limita alle squadre in campo. Al netto di qualche errore, anche i club cominciano a ragionare in grande: la Roma si è affidata all'esperienza di un direttore sportivo dal curriculum importante e da Monchi si aspetta un salto di qualità nella costruzione di una rosa che mostra ancora qualche lacuna. La Lazio, forte di una gestione sempre attenta al bilancio, è riuscita a creare un patrimonio tecnico invidiabile grazie soprattutto alle intuizioni del ds Tare, abile scopritore di talenti.

TIFOSI - Cosa manca allora? La giusta cornice di pubblico. La Roma porta allo stadio una media inferiore alle 37 mila persone. E non importa che si giochi di sabato, martedì, contro il Napoli o la Spal. Quello è lo zoccolo duro su cui può contare la squadra quando gioca in casa (quest'anno ben 7 sconfitte considerando anche la Coppa Italia). Un po' più bassa la media per i biancocelesti (intorno ai 27 mila). Insomma, i 40 mila dell'Allianz Stadium quando gioca la Juve sono ancora un miraggio, così come quei 56 mila che a San Siro supportano (e a volte sopportano) l'Inter di Spalletti, il terzo incomodo per la corsa Champions, a un solo punto dalle romane e che sabato giocherà una partita non semplice a Bergamo. L'ultimo derby in ordine temporale così carico di significato sportivo risale al 27 maggio 2015: si affrontavano la Roma di Rudi Garcia e la Lazio di Stefano Pioli. La spuntò il francese grazie a un gol della meteora (una delle tante della Roma sabatiniana) Yanga Mbiwa. Quello di domenica non sarà allo stesso modo decisivo, mancano ancora sette partite alla fine del campionato e all'ultima giornata la Lazio ospiterà proprio l'Inter in una sfida che potrebbe avere mille significati. Il futuro è ancora tutto da scrivere. A differenza delle due squadre, Roma ha un passato di gloria (e vittorie) senza pari al mondo. Oggi sarà piena di buche, sofferente e inefficiente, ma questa città finalmente sta diventando la Capitale del calcio. Tifosi romani, siatene orgogliosi.


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