Il testa a testa che l'Europa ci invidia

L'editoriale del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Il testa a testa che l'Europa ci invidia© Getty Images
Alessandro Vocalelli
3 min

Il campionato più bello, più spettacolare, più incerto che si potesse immaginare, vivrà domenica sera anche il suo momento più emozionante. Juve-Napoli sarà uno spareggio a tutti gli effetti, con i bianconeri che ci arrivano con un bel vantaggio, con il vantaggio non indifferente di quattro punti, ma consapevoli di trovarsi di fronte una rivale formidabile per qualità e carattere. Solo una squadra vera, piena di valori tecnici e caratteriali com’è il Napoli, avrebbe potuto reagire ancora una volta, passando dal meno 9 che si era concretizzato a inizio ripresa a quel distacco che vuol dire avere davvero la possibilità di giocarsela, giocarsela eccome, in casa dei Campioni d’Italia. Perché il gap, come detto, è sceso al punto tale che anche Allegri dovrà tentare a tutti i costi di vincere, per non correre rischi in un finale che comunque lo porterà due volte in trasferta contro Inter e Roma. Nessuno, insomma, può accontentarsi del pareggio. E se niente è scontato e se sapevamo tutto della forza dei bianconeri, capaci di dominare gli ultimi sei campionati, bisogna fare un applauso gigantesco al club di De Laurentiis, a Sarri e alla sua squadra, al pubblico del San Paolo, che hanno già compiuto un’impresa che non ha paragoni in Europa. Il campionato è chiuso dappertutto, in Spagna e in Inghilterra, in Germania e in Francia, solo da noi - in Italia - è ancora apertissimo.

Un applauso va anche al Crotone di Zenga che, una volta in svantaggio, non si è perso d’animo, ma è stato capace di conquistare un punto preziosissimo in chiave salvezza con una prodezza di Simy, che in rovesciata stile-Ronaldo ha trovato il pareggio.

In chiave corsa-Champions, le due romane si sono riprese il terzo posto, superando di slancio l’Inter. Formidabile la Lazio che è andata a vincere a Firenze malgrado un paio di evidentissime sviste arbitrali: un’espulsione che non c’era di Murgia e un mancato rigore su Leiva. Alla fine la Lazio ce l’ha fatta a superare la bella Fiorentina di Pioli, grazie ai colpi dei suoi uomini di maggior qualità, Anderson e Luis Alberto, che in qualche occasione - come dice Simone Inzaghi - sbilanceranno magari la squadra ma hanno i colpi per vincere da soli una partita. Ha risposto ancora una volta alla grande la Roma, che riesce a mantenere concentrazione e attenzione anche in prossimità del fantastico sogno di una semifinale di Champions League. Di Francesco, bravissimo, ha gestito ancora una volta il turn over e adesso può andare incontro a un periodo fantastico. Insomma, è un finale di stagione da vivere intensamente, per una Champions che vede la Roma protagonista in Europa e appassiona l’Italia con un campionato incerto in vetta e nella caccia alla salvezza, con sette squadre ancora sul filo.

 


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