Il segreto? Vincere e pensare al futuro

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Il segreto? Vincere e pensare al futuro© ANSA
Alessandro Vocalelli
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In cinque giorni, sempre all’Olimpico, la Juve si è presa Coppa Italia e scudetto. Il settimo scudetto consecutivo, che suggella una superiorità schiacciante, la capacità di sapersi rinnovare nelle vittorie. Già, perché anche quest’anno - com’era successo in passato - la squadra è cambiata parecchio, con la cessione di Bonucci, una serie di nuovi acquisti tra cui spicca quello di Douglas Costa, uno dei volti più riconoscibili di questo successo. Un successo, però, di gruppo, con la società a studiare la strategia, Allegri e lo staff a indicare la strada, i giocatori a fare da potente motore. Un’altra stagione da incorniciare, sempre però con la stessa ispirazione: non fermarsi a oggi, ma pensare già a domani. Non è un caso che, nell’imminenza dell’addio di Buffon, la Juve abbia già preso da un anno un portiere formidabile come Szczesny; si sia già assicurata giocatori come Caldara e Spinazzola; sia pronta ad annunciare Emre Can e possa adesso concentrarsi sul grande colpo estivo. Che, vedrete, ci sarà.

Dallo slalom parallelo non deve uscire immalinconito il Napoli, che ha dimostrato la sua voglia di esserci sempre e comunque andando a vincere in casa della Sampdoria, stabilendo il record di punti. Sarebbe importante, per rilanciare la sfida, ricominciare da qui: dallo stesso allenatore, un maestro come Sarri, e da una squadra da migliorare ma sicuramente non da stravolgere. All’Olimpico, alla fine, ha fatto festa anche la Roma, che ha preso un punto che le permetterà con un pareggio in casa del Sassuolo di poter finire aritmeticamente al terzo posto. Considerando la semifinale di Champions, una stagione sicuramente più che positiva e anche qui vale il discorso fatto per il Napoli: per rilanciare la sfida a questa Juve infinita, bisogna cominciare sin da oggi a pensare - con un tecnico di valore come Di Francesco - a come migliorarsi e crescere ulteriormente. Appassionante la sfida per la Champions, con lo “spareggio” tra Lazio e Inter che determinerà la quarta squadra promossa. Non c’è dubbio che sia un vantaggio giocare per due risultati su tre, ma ancora più determinante sarà l’appoggio del pubblico biancoceleste che è già mobilitato per l’occasione.

Ha le sue chance anche Spalletti, perché non deve trarre in inganno la sconfitta di sabato sera col Sassuolo: i nerazzurri hanno avuto un’infinità di occasioni da gol e la squadra è sicuramente in salute. Tiene banco il caso De Vrij e anche Inzaghi è uscito allo scoperto, ammettendo di avere il dubbio. Non è in discussione, sia chiaro, la professionalità del giocatore, ma è lecito chiedersi - magari per rispondersi poi che sia meglio mandarlo in campo - se in qualche modo non rischierebbe di essere condizionato, affrontando la sua prossima squadra con una posta in palio così alta. E comunque la domanda è scontata quanto banale: cosa succederebbe in caso di un errore, una svista, un intervento magari da rigore? Quanto sarebbe forte la dietrologia e quanto, questo pensiero, potrebbe limitare la naturalezza necessaria che deve avere in particolare un difensore? Un bel dilemma, che rilancia un altro interrogativo: ma perché i giocatori svincolati possono essere “acquistabili” con sei mesi di anticipo e per trattarli non bisogna invece aspettare la fine del campionato? Se ci pensate, è un paradosso. Chiudiamo ad agosto il mercato in anticipo per i giocatori sotto contratto, che comunque sono sottoposti al placet della società e lasciamo che i giocatori liberi firmino tranquillamente per un’altra società e mettano i loro dirigenti, allenatori, compagni e anche tifosi a discutere sull’opportunità di un eventuale impiego.

Una tra Lazio e Inter resterà dunque fuori dalla Champions, si accomoderà in Europa League e alla fine della fiera avrà ottenuto lo stesso risultato del Milan che è in Europa League e deve solo sapere se da sesta o da settima. Certo, cambia il piazzamento, ma se pensate alla tribolata stagione rossonera e ai tanti buoni propositi delle altre, la situazione fa pensare. Apertissima anche la corsa alla salvezza, con un’infinità di squadre coinvolte. Impossibile avventurarsi in pronostici anche perché - dai, diciamolo, quando si può - questo non è solo un campionato avvincente ma anche correttissimo. Nessuno regala nulla, che poi vuol dire non fare semplicemente un torto a un altro.


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