Ancelotti regala sempre un tempo

Ancelotti regala sempre un tempo
Alberto Dalla Palma
3 min

Senza un solo gol di Cristiano Ronaldo, la Juve se n’è gia andata in fuga salutando la compagnia da scudetto. Dietro di lei solo il Sassuolo e De Zerbi, un allenatore da tenere d’occhio anche dalle big. Il sorprendente e inatteso crollo del Napoli a Genova ha regalato un’altra gioia ad Allegri, che starà già pensando a dove potrà arrivare quando si accenderà anche il fuoriclasse portoghese. Ai primi di settembre, l’Inter e la Roma hanno già cinque punti di ritardo e tre li ha anche Ancelotti, a cui la terza rimonta consecutiva non è riuscita. Sarebbe stato davvero un primato storico se fosse riuscito a capolgere anche il verdetto di Marassi dopo quello dell’Olimpico contro la Lazio e del San Paolo contro il Milan: ma il Napoli stavolta non è proprio sceso in campo e non diamo subito le colpe al turnover imposto dal tecnico emiliano. Di Sarri, che sta dominando la Premier, si diceva che non cambiava mai e che spompava i giocatori, poi stremati nelle coppe. Lo ricordate tutti il Matador De Laurentiis? Tuonava contro le scelte di Maurizio e dovrà tacere adesso che Ancelotti fa l’opposto: a Marassi fuori Hamsik e Callejon, dentro Diawara e Verdi. Poi, sotto di due gol, via l’icona Insigne per Mertens, accompagnato anche dal vivace Ounas al posto dell’ex bolognese. Insomma, la legge di Ancelotti è chiara: nessuno è più intoccabile nel Napoli, anzi giocheranno tutti e anche spesso. Tremeranno le colonne erette davanti al povero Ospina: Koulibaly e Albiol, a lungo inguardabili e irriconoscibili, stanno diventando un caso?

Si sono riaccese le stelle della Lazio, ma solo a intermittenza. Un gol di Luis Alberto ha messo in ginocchio il Frosinone, che nel finale ha messo in crisi i biancocelesti creando i presupposti di un possibile pareggio. Dal Var è stata invece annullata la rete di Milinkovic che ha illuminato l’Olimpico soltanto in avvio, quando gli attaccanti di Inzaghi hanno sbagliato di tutto e di più. Compreso Immobile, nero come il riso di seppia quando è stato richiamato in panchina: è ancora presto per dirlo, ma ci sembra che la spensieratezza, la gioia e l’allegria che avevano spinto la Lazio fino alle porte della Champions nel maggio scorso siano qualità sparite. La Lazio divertiva e si divertiva, ora si trascina recitando un copione che forse avrebbe bisogno di qualche cambiamento dopo un mercato interpretato come il consueto compitino senza ambizioni: monotematica e ripetitiva, prima o dopo si consegna sempre agli avversari dal punto di vista fisico e tattico. Inzaghi dovrà inventarsi qualcosa. L’allegria e il divertimento, oggi, sono di casa a Firenze: Pioli con i suoi giovani talenti potrebbe ottenere risultati sorprendenti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A, i migliori video