La buona politica ci dia un taglio

La buona politica ci dia un taglio
Ivan Zazzaroni
2 min

Il supertavolo non serviva. Per ridurre in modo drastico, efficace, non dico definitivo ma quasi, gli episodi di violenza in qualche modo legati al calcio basterebbe che una certa politica tagliasse il cordone ombelicale che la lega da troppi anni a un certo mondo ultrà: alcune curve sono infatti uno strumento elettorale, portano voti, sostengono o abbattono dirigenti, determinano anche le sponsorizzazioni - marketing impazzito - riescono a indirizzare preferenze e quindi la politica meno etica (eufemismo) o più disinvolta protegge in tutti i modi l’elettorato più attivo.
Le telecamere negli stadi: utili; gli steward, se professionali, non famigliari, necessari; le scorte ai pullman dei tifosi ospiti: ineluttabili, purtroppo; strumenti più efficaci alle forze dell’ordine e giudiziarie (e con vergogna dopo vent’anni cito la rinomata/ignorata Legge Thatcher) un dovere; il daspo: una medaglia per alcuni ultrà. La chiusura delle curve: un errore. Grave. Arma del ricatto da mezzo secolo.
Un paio di forbici, basterebbe un taglio netto: ma chi ha voglia di darlo? Interessa davvero un intervento risolutivo oppure qualcuno ha messo in conto uno o due morti a stagione quale prezzo di una poltrona?
Di parole, inviti, consigli, suggerimenti ne abbiamo ascoltati tanti: e poco è cambiato. La decisione è nelle mani della buona politica, dei servi (spesso introvabili) dello Stato, ovvero dei cittadini elettori. E di quelli che vogliono veramente il bene del calcio e di chi lo ama. Che avrei voluto citare per primi ma purtroppo sono spesso inerti per paura o complici per torbidi interessi. Arrivederci al prossimo morto e al prossimo tavolo. Tocchiamoci, gesto politico supremo.


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