Juventus, decisive le riserve

Juventus, decisive le riserve© Juventus FC via Getty Images
Alberto Dalla Palma
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Se la Juve non ha perso la partita dell’Olimpico, dopo settantacinque minuti di agonia, schiacciata dagli incantevoli solisti della Lazio e sotto per 1-0, è difficile che da qui a maggio qualcuno possa batterla. Sembrava cotta, spaesata, quasi arrendevole quando Allegri è riuscito a cambiare le carte in tavola ribaltando un verdetto che pareva scontato. Prima ha messo dentro Bernardeschi e poi Cancelo, esentando Douglas Costa e Matuidi dalla contesa: i due nuovi entrati hanno vinto una sfida impossibile, schiantando sulle corsie esterne i biancocelesti ormai sfiniti e senza un cambio degno di poter giocare gli ultimi dieci minuti contro i Campioni. Per questo ci chiediamo perché Inzaghi, sull’1-1, abbia tolto Immobile (grave e determinante il suo errore sotto porta che avrebbe portato la Lazio sul 2-0) e Luis Alberto per far entrare Caicedo e Berisha, due dei tanti comprimari che affollano la panchina della Lazio, incapace ancora di trovare due esterni che possano dare il cambio a Marusic e Lulic.

Anzi, l’unico che aveva, Caceres, lo ha venduto proprio alla Juve un giorno prima della partita. Difficile puntare alla Champions con dodici-tredici giocatori, Lotito e Tare sono stati contestati dalla curva per la loro politica al risparmio: comprare a zero (o quasi) e rivendere a cinquanta-cento senza mai celebrare un salto di qualità. Fatto sta che la Juve adesso è volata via, spedendo il Napoli a meno 11 e dando una prova di forza che potrebbe deprimere proprio gli ultimi rivali rimasti. Sì, perché Roma e Inter, invece, hanno vissuto una domenica di ordinaria follia. In vantaggio per 3-0 a Bergamo, i giallorossi si sono fatti raggiungere e quasi sorpassare: Zapata prima del gol aveva addirittura sbagliato un rigore. Di Francesco, in doppio vantaggio, era già stato rimontato dal Chievo, dal Cagliari in nove e dal Torino, poi battuto nei minuti finali. Un problema di testa, come sostiene il tecnico, oppure fisico, considerando che gli infortuni muscolari rappresentano un segnale già inquietante a Trigoria? L’Inter, invece, è sparita a Torino dopo il pari con il Sassuolo: una squadra inguardabile, soprattutto nella serata in cui Spalletti ha rinunciato a tutti i suoi esterni (due se ne vogliono andare: Candreva e Perisic; uno è rotto: Keita; uno è entrato e si è fatto cacciare: Politano) varando un disastroso 3-5-2. C’è la sensazione che ogni volta che i nerazzurri sembrano pronti a fare il salto di qualità poi crollino sotto il peso di una psicosi che nessun allenatore, dopo Mourinho, ha saputo curare. E intanto la Juve vola verso l’ottavo scudetto consecutivo...


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