Calcio, Miccichè: «Diritti tv? Va bene maggiore equità, ma si migliori qualità dei club»

Il numero uno della Lega A: «Abbiamo bisogno di visibilità internazionale. Alternanza al vertice? Per il campionato sarebbe una virtù. Le milanesi devono tornare protagoniste»
Calcio, Miccichè: «Diritti tv? Va bene maggiore equità, ma si migliori qualità dei club»© LAPRESSE
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ROMA"Mi sembra che anche questo campionato sia molto interessante, seppur con il distacco tra la prima e la seconda, ma nelle ultime giornate spesso ci sono delle sorprese. Quindi mai dire mai". Gaetano Micciché, presidente della Lega di Serie A, ospite di 'Radio anch'io Sport', si è detto convinto che il finale sempre uguale da sette anni a questa parte non svaluti il prodotto calcio: "L'alternanza certamente è sempre una virtù in qualunque settore - dichiara il presidente - Sono convinto che dovranno tornare protagoniste le due milanesi nella lotta per lo scudetto, senza nulla togliere a Roma e Napoli, che hanno reso dura la vita alla Juventus nelle ultime stagioni". Miccichè prosegue: "Uno dei miei obiettivi è migliorare la qualità di tutto la Serie A. Quando parlo di ricavi è perché io so che i settori di successo sono quelli in cui fatturati e ricavi aumentano e gli operatori esteri si avvicinano. Abbiamo bisogno di visibilità internazionale".

SUI DIRITTI TV - Una delle domande rivolte al numero uno della Lega di A è stata se l'appeal del calcio italiano migliorerebbe con una più equa distribuzione dei diritti tv: "La legge Melandri di fatto dà il 50% dei diritti uguali per tutti, il restante li divide in funzione di odiens e risultati - ha ricordato Miccichè - Si può certo andare verso una maggiore equità, ma è altrettanto importante migliorare la qualità delle società. In Inghilterra su 20 squadre solo cinque sono di soggetti inglesi. Noi abbiamo bisogno di attrarre investitori internazionali. Fatto 100 i ricavi, 20 anni fa arrivavano solo dai biglietti, poi sono nate le sponsorizzazioni. Oggi il 70% dei ricavi deriva dai diritti televisivi. Vendiamo la Serie A in 200 paesi nel mondo e non è male. Ho sempre pensato che il calcio sia una dei migliori veicoli per far conoscere le bellezze dell'Italia all'estero".


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