Szczesny: «Totti? Alla Roma il vero capitano era De Rossi»

«Daniele era l'anima dello spogliatoio, Francesco invece una leggenda del club», ha aggiunto il portiere della Juventus
Szczesny: «Totti? Alla Roma il vero capitano era De Rossi»© LaPresse
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ROMA - Wojciech Szczesny ha conosciuto l'Italia quando la Roma, nell'estate del 2015, l'ha ingaggiato prendendolo in prestito dall'Arsenal. Poi il cammino verso la Juventus e l'eredità di Buffon raccolta da grande portiere. Nell'esperienza romana ha condiviso lo spogliatoio con due del calibro di Totti - all'epoca ancora il capitano giallorosso - e De Rossi dei quali ha parlato nell'intervista al canale YouTube di 'Foot Truck': «Totti era una grande figura, sia per la reputazione che per le qualità. L’innamoramento dei tifosi nei suoi confronti forse non era sano per la società e per la squadra. Però da un certo punto di vista era comprensibile e quando le cose andavano male e lui si riscaldava o entrava in campo, lo stadio si svegliava e cominciava una nuova partita. Invece De Rossi per me è stato sempre il vero Capitano della squadra, dello spogliatoio. Questo perché Totti era una leggenda del club ed era una figura talmente forte, probabilmente lo era anche più della squadra. Da un certo punto di vista c’era Totti e c’era la Roma. Daniele invece è stato veramente l’anima dello spogliatoio, con un carattere eccezionale ed è veramente un grande calciatore».

NAINGGOLAN - «Quando c’è Radja ci si diverte. È un grande giocatore ma ormai tutti lo accosteranno alla sua vita privata. Non credo che sarebbe stato così forte con un altro stile di vita e quando ha provato a cambiare ha avuto risultati pessimi. Andammo una volta io e lui a Montecarlo e mi portai solo il passaporto senza nessun soldo, andammo ad un casinò e iniziò a giocare. Ogni soldo che vinceva io lo prendevo e me lo mettevo in tasca. A un certo punto mi dice “Cavolo, ho perso tutto” e gli rispondo “guarda Radja, hai vinto 200 mila”. Nemmeno se ne era accorto per quanto era entrato nel gioco». 

SALAH - «Grande calciatore, grande persona, una delle più umili che abbia mai conosciuto, molto religioso, non mi sentirai mai dire una brutta parola contro di lui. Però non mi sarei mai aspettato un’esplosione del genere al Liverpool, pensavo che avrebbe fatto gli stessi numeri fatti alla Roma, ma non così tanto. Lì però gioca più centrale, con un ruolo simile a quello di Ronaldo col Real, dove partiva da ala ma era nei fatti una seconda punta. Nella Roma aveva una scarsa finalizzazione, idem al Chelsea. Negli allenamenti era più difficile subire gol che parare, ma è una delle poche persone nel calcio per la quale sono contento»


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