Operazione Fuorigioco, il dg dell'Atalanta: «Ci contestano 10 mila euro»

Umberto Marino ha puntualizzato la posizione della società bergamasca in merito all'inchiesta: «Ribadiamo l'assoluta regolarità del nostro operato»
Operazione Fuorigioco, il dg dell'Atalanta: «Ci contestano 10 mila euro»
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BERGAMO - Umberto Marino, direttore generale dell’Atalanta, in occasione della presentazione del neoacquisto Gapké, ha puntualizzato la posizione della società bergamasca in merito all’inchiesta “Operazione Fuorigioco” condotta dalla magistratura napoletana. Marino, al pari del presidente Antonio Percassi, dell’amministratore delegato Luca Percassi, di Denis e Paletta, figura fra gli indagati. Ma precisa: «Posso anticipare che la contestazione per l’Atalanta è relativa ad un importo decisamente marginale, circa 10 mila euro. Confermiamo e ribadiamo l’assoluta regolarità del nostro operato. Personalmente, sono coinvolto in quanto dirigente che ha firmato i contratti insieme a Garrone per il periodo in cui ero alla Sampdoria, qui si parla di 15mila euro. Nel mio periodo a Genova, tutto è sempre stato improntato alla massima trasparenza e con linee guida molto chiare nel rispetto delle leggi e delle norme». L’evasione contestata di 10mila euro è decisamente un’inezia se rapportata al monte ingaggi annuale dell’Atalanta: 26 milioni di euro lordi all’anno di stipendi pagati a calciatori e staff. Le tasse ammontano circa alla metà e dunque si contesta un ammanco di 10mila euro su circa 12-13 milioni di euro. Peraltro, annota ancora Marino «parliamo di un fenomeno veramente marginale che è stato già sanato con la Legge di Stabilità dell’aprile 2015 e con il nuovo regolamento degli Agenti: da quasi un anno c’è la possibilità di intervenire direttamente sull’agente del calciatore».


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