E’ scomparso Tumburus eroe del 1964

Nella notte tra venerdì e sabato è morto d’infarto nella sua casa di Aquileia, Paride Tumburus, aveva 76 anni.
E’ scomparso Tumburus eroe del 1964
Gianfranco Civolani
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BOLOGNA- E così un altro se ne è andato e fra i superstiti di quel Bologna da Paradiso c’è chi non sta molto bene. E Paride Tumburus arrivò a Bologna da ragazzino e veniva da Aquileia, la città che i romani avevano fondato come avamposto per una espansione nel nordest. E dal Friuli il fido Vittorio Pasti, uno degli osservatori di massima fiducia del presidente Dall’Ara, aveva via via prelevato i vari Tumburus e Pascutti e un centravanti - tale Leskovic - poi prematuramente scomparso. E nel primo giorno di gennaio dell’anno Sessanta Tumburus aveva esordito come terzino e il Bologna aveva perso, ma da quella gara il buon Paride si fece al suo primo anno in serie A qualcosa come ventuno partite e più oltre diventò subito inamovibile e due anni dopo fu scelto da Paolo Mazza e Gioanin Ferrari per i Mondiali cileni e in ogni caso, in quella maledettissima partita rovinata dall’orrendo arbitro inglese Aston, Tumburus giocava già il nuovo ruolo di stopper, ovvero di gendarme ferreo contro tutti i centravanti che gli capitavano a tiro. E appunto come implacabile marcatore centrale si è poi costruito una carriera gloriosa che gli ha fruttato duecento gettoni in rossoblù, quel magico settimo sigillo e quattro maglie azzurre. E quando poi Tumburus all’età di ventinove anni fu mollato al Vicenza, accadde che il gol vicentino vincente, ai vecchi compagni, lo fece proprio il Paride che in una vita in rossoblù di gol ne aveva fatti soltanto la miseria di quattro. Tumburus era uno stopper che ti soffocava senza nemmeno cercare il fallo per aiutarsi in qualche modo. E fuori dal campo Paride era una persona persona gentile che parlava pochissimo e solo una volta andò fuori dai gangheri quando Carniglia lo fece giocare fuori ruolo e lui obiettò che quell’allenatore proprio non lo sopportava. E Paride divento ancor più famoso quando il presidente del Vicenza Giussy Farina per mollarlo del tutto mise nella busta delle comproprietà cinquecento lire e la cosa fece ridere tutta Italia e quasi piangere il Paride così ferito nella dignità e nell’orgoglio. Il dopo-calcio di Tumburus fu molto sofferto. Non stava molto bene, si era ritirato a casa sua e disertava sistematicamente ogni tipo di più o meno allegra rimpatriata. Ma improvvisamente cinque anni fa e per il cinquantenario di quel settimo sigillo Paride si presentò in pista tutto garrulo e giulivo: fece piacere a tutti quanti ritrovare uno degli eroi di quell’assolato e così solare tardo pomeriggio del ‘64. Bulgarelli, Nielsen, Halller, Furlanis sono già volati via fra gli angeli e a settantasei anni il Paride li ha raggiunti. E qualcun altro - come ho già detto - non se la passa tanto bene. Ma si nasce, si vive e si muore come si può.


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