Forza Casteddu: nuovo Cagliari, paradiso sardo

Benvenuti sul Pianeta Giulini: così ha rifondato il club di Rombo di Tuono per costruire lo Stadio dei Sogni
Forza Casteddu: nuovo Cagliari, paradiso sardo
Xavier Jacobelli
7 min

ASSEMINI - La scritta troneggia sul muro dello spogliatoio della Primavera, accanto alla foto, datata 1970, di un inconfondibile signore. Addosso ha la mitica maglia che portò allo storico scudetto. «Rappresentavamo tutta l’Isola. Lo sapevamo e ci faceva piacere. Gigi Riva». Il modo migliore per scoprire il Nuovo Cagliari Paradiso è partire con un Rombo di Tuono. E non soltanto perché il primo cannoniere azzurro di tutti i tempi (35 gol in 42 partite) e i suoi tifosi hanno ancora negli occhi e nel cuore le emozioni del 12 febbraio. Quella sera, al Sant’Elia, il capo dello sport italiano, Giovanni Malagò, consegnò a Riva il Collare d’oro, la massima onorificenza del Coni: un gesto che qui non dimenticheranno facilmente.

LA RIVOLUZIONE. In due anni e otto mesi, ha fatto la rivoluzione Tommaso Edoardo Giulini, 39 anni, milanese, bocconiano, ex portiere del Don Orione, ex membro del cda Inter (2005-2013), presidente della Fluorsid Group di Milano che è anche Fluorsid Spa, società chimica fondata nel 1969, con sede e stabilimenti ad Assemini. Ecco, Assemini. Comprendendo anche l’area dell’ex campo da golf, il centro sportivo Asseminello copre quasi 15 ettari. Giulini l’ha rilevato da Cellino insieme con il Cagliari Calcio. Subito serie A, subito Zeman, subito la retrocessione, subito la risalita, subito la salvezza, guadagnata con largo anticipo. «E con questo largo anticipo si costruisce meglio il futuro», strizza l’occhio Stefano Filucchi, 57 anni, vicepresidente e consigliere d’amministrazione, dal 2003 al 2013 dirigente dell’Inter e uomo di fiducia di Massimo Moratti, come lo è di Giulini.

DUE STADI E UN CUORE. Il presidente è in California: adunata mondiale dei produttori di fluorite. Sia lui sia Filucchi lasciano il proscenio a uno staff piacevolmente giovane, terribilmente votato al Cagliari. E allo Stadio dei Sogni, il nuovo Sant’Elia. A dire la verità, gli stadi che si stagliano all’orizzonte sono due, anche se il cuore è uno. Per capire che cosa stia per succedere, per lasciarsi alle spalle gli anni dell’esilio forzato a Trieste, delle grane senza fine scaturite dall’operazione Is Arenas che hanno scandito l’ultimo periodo celliniano, parli con Stefano Signorelli, 43 anni, costruttore con base a Caronno Pertusella (Varese), consigliere d’amministrazione del Cagliari, l’uomo chiamato da Giulini a gestire un’operazione da 55 milioni di euro. Per la precisione 55.493.570 euro più Iva, cioè 66.592.284 euro. Racconta: «Passo dopo passo, abbiamo seguito l’iter previsto dalla legge. In aprile, accanto al Sant’Elia, recuperando parte della struttura di Is Arenas e degli spalti del Sant’Elia, inizieranno i lavori per l’impianto temporaneo. Sarà teatro delle gare dei rossoblù nelle prossime tre stagioni: 16.233 posti, 8 Sky box, l’area bambini, l’area ospitalità, distanza ridotta fra campo e spalti. Contiamo sia pronto per settembre; secondo la nostra tempistica, il cantiere del nuovo Sant’Elia aprirà, invece, nel 2018. L’obiettivo è inaugurare nel 2020, l’anno del Centenario». Ieri mattina, è arrivato anche il sì della commissione tecnica dell’assessorato Regionale all’Urbanistica: dove si dimostra che la condivisione del progetto con le autorità locali è di fondamentale importanza per il suo successo.

SENZA PRECEDENTI. La capienza definitiva della nuova casa rossoblù sarà di 21 mila posti, il costo dell’opera verrà finanziato così: 10 milioni a carico del Cagliari Calcio, 10 milioni in partecipazione con l’impresa di costruzione, 19 milioni con finanziamento bancario, 10 milioni con l’attivazione di una linea Iva, 10 milioni con finanziamento Sfirs (Società Finanziamenti Regione Sardegna) e 10 milioni come contributo del Comune. A Cagliari sta nascendo una realtà senza precedenti nella storia del calcio di serie A: due stadi, l’uno accanto all’altro, il temporaneo vicino al vecchio che rinascerà completamente nuovo, sarà un gioiello categoria Uefa 4, potrà ospitare partite di Champions, Europa League, qualificazioni europee e mondiali. L’entusiasmo di Sinreli è comprensibilmente malcelato: «Se lei pensa che, quando siamo arrivati, la capienza del Sant’Elia fosse di 5 mila posti e che alla fine dell’ottobre scorso siamo riusciti a portarla a 16 mila, ha un’idea degli sforzi sostenuti. Ma il bello viene ora e noi siamo pronti. Abbiamo studiato l’esperienza del Colonia, analoga a quella che ci apprestiamo a vivere. Il Sant’Elia ha 47 anni, è ubicato in una zona paesaggisticamente stupenda che guarda il mare, ma nel corso del tempo è diventato obsoleto e fatiscente. Diverrà uno stadio aperto tutto l’anno, ricco di servizi e di comfort. Mi creda: sarà un orgoglio della Sardegna e di tutto il nostro calcio».

RACCOLTA RIFIUTI. L’Operazione Sant’Elia procede di pari passo con lo sviluppo del club nei diversi rami della sua attività: dal settore giovanile al marketing, alla comunicazione, alla commercializzazione del marchio. La sede legale è in via Mameli, 106, nel centro di Cagliari, il quartier generale è ad Asseminello, zona Sa Ruina. E’ stato il fiore all’occhiello dei ventidue anni di Massimo Cellino, indipendentemente dall’epilogo tormentato e tormentoso della sua gestione (17 campionati di Serie A, migliori piazzamenti: un sesto, due noni e tre decimi posti; due retrocessioni, 5 campionati di B con due promozioni; una semifinale di Coppa Uefa (1993-94); due semifinali di Coppa Italia, nelle stagioni 1999-2000, 2004-2005). Asseminello è un’oasi felice, gli uomini di Giulini sanno quanto valga e lo accudiscono con cura. Anche i ragazzi del vivaio. «Una volta alla settimana - informa Beretta - i giocatori di una squadra delle giovanili, con il rispettivo allenatore in testa, provvedono alla raccolta differenziata dei rifiuti: è una questione di educazione e di rispetto dell’ambiente. Ci teniamo molto».

FOTO DI GRUPPO. Tengono molto a manifestare il senso di appartenenza anche i signori e le signore che incroci nel centro sportivo e non mancano alla photo opportunity. Letteralmente, significa l’opportunità di scattare una foto a un personaggio importante. Qui lo sono tutti. Dagli assenti ai presenti: Antonio Dentoni (grafico); Paolo Vallone (responsabile ufficio stampa); Alessandro Steri (team manager); Elisabetta Scorcu (responsabile eventi); Fabrizio Serra (collaboratore infrastrutture); Franco Marongiu (responsabile infrastrutture); Matteo Stagno (segretario generale); Liyanage Wasantha (addetto club House); Alessandro Medda (cucina); Stefano Picchiri (marketing settore giovanile); Chiara Matteoli (segreteria sportiva); Marco Abis (cucina); William Pitzalis (Cucina). Forza Casteddu.

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